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08 Lug 2015

Anche la grande distribuzione punta sul freddo, ma solo a emissioni zero

FREDDO

 

La corsa verso l’efficienza energetica e l’abbattimento delle emissioni inquinanti sta investendo tutta la grande distribuzione.

 

Mentre in Germania ha aperto i battenti il primo supermercato che vende solo prodotti sfusi, anche in Italia le insegne della grande distribuzione alimentare, uno dei settori più energivori, sono sempre più impegnate ad abbattere sprechi e consumi e ridurre le emissioni inquinanti. Una scelta, quella di essere “green”, che strizza l’occhio ai consumatori, ormai molto attenti agli acquisti eco-friendly e ai comportamenti virtuosi delle grandi catene lungo tutta la filiera, ma che rappresenta anche un fattore di risparmio economico non indifferente. E così via con la riduzione e il riuso degli imballaggi, il riciclo dei rifiuti, l’uso di fonti di energia rinnovabili, la gestione efficiente della logistica, i mezzi di trasporto meno inquinanti, e chi più ne ha più ne metta.  

 

Secondo il Bilancio di Sostenibilità presentato lo scorso 14 aprile da Federdistribuzione, che riunisce le imprese nei settori alimentare e non, il numero delle aziende della Gdo che ha messo in atto buone pratiche verso l’ambiente è cresciuto del 5% rispetto al 2012. Il 96% adotta sistemi per ridurre i consumi energetici e il 54% quelli di acqua, il 57% delle imprese impiega energia rinnovabile, l’89% adotta azioni di riduzione dei rifiuti. E ancora, l’82% ricorre a programmi di riduzione degli imballi e il 62% li riutilizza mentre l’86% delle imprese ottimizza le percorrenze dei mezzi.  

 

Un segnale importante di recente è venuto da Conad, che ha adottato un’innovativa tecnologia ad alta efficienza e zero emissioni per gestire la catena del freddo nel centro logistico di PAC 2000A-Conad a Fiano Romano nel Lazio, tra le maggiori piattaforme distributive d’Europa.  

 

Per produrre freddo a temperature controllate con un notevole risparmio energetico i tecnici di IBT Group hanno puntato su una innovativa turbina “oil-free”, brevetto dell’azienza americana Capstone, frutto niente di meno che della ricerca aerospaziale americana, e l’hanno integrata con un frigorifero ad assorbimento ad ammoniaca.  

Quello che è venuto fuori è un impianto di trigenerazione che riesce a massimizzare l’efficienza energetica complessiva, con punte oltre l’85% per un funzionamento annuo di oltre 8 mila ore.  

 

“Non è la prima volta che vengono impiegati refrigeratori ad assorbimento sfruttando cascami energetici dei processi industriali o di impianti cogenerativi ma la novità risiede nell’abbinamento di un assorbitore a ammoniaca ad un cogeneratore con microturbina a gas oil free”, spiega l’ingegnere Massimo Pinetti, coordinatore dell’ufficio tecnico di PAC 2000A-Conad. “Il connubio garantisce rendimenti frigoriferi assolutamente fuori portata per analoghe soluzioni e l’utilizzo della turbina Capstone è senz’altro una novità nel settore retail”. 

 

La turbina da 800 kWe opera senza olio e liquidi lubrificanti al suo interno e grazie a questa caratteristica i fumi di scarto, oltre ad avere tenori di ossido di azoto (NOx) e monossido di carbonio (CO) molto bassi, sono puliti per la presenza di un alto contenuto di ossigeno e “le temperature dei gas di scarico consentono di ottenere un vettore termico pregiato per l’alimentazione di gruppi di assorbimento ad ammoniaca”, aggiunge Pinetti.  

 

Nel dettaglio, la turbina sfrutta l’energia fornita dal gas metano per produrre allo stesso tempo energia elettrica, destinata agli usi del magazzino e acqua surriscaldata, usata come fonte di energia in un sistema di assorbimento ad ammoniaca da 360 kW frigoriferi che produce acqua glicolata a -8°C necessaria per refrigerare il magazzino. Inoltre, dagli esausti della turbina, attraverso un modulo di recupero termico, vengono ricavati ulteriori 240 kW di acqua calda a 65 °C per lavaggi, sbrinamenti e la climatizzazione degli uffici.  

 

Tradotto in numeri, in questo modo Conad riuscirà a risparmiare circa 47 euro all’ora rispetto alle tecnologie tradizionali, con un risparmio totale all’anno, in termini di energia primaria, superiore a 4.000 MWh e 350 Tep. Il che si traduce in oltre 800 tonnellate di anidride carbonica non immesse in atmosfera. Un bel risparmio, a cui si aggiunge quello derivante dalla vendita dell’energia elettrica in eccesso attraverso il sistema del “ritiro dedicato” del Gestore servizi energetici (Gse). Leggi tutta la notizia

 

 

Fonte: LA STAMPA

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