Roma – Una nuova decisione della Regione Campania e dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale (AdSP) sta generando forte preoccupazione tra gli operatori dei porti di Napoli, Salerno e Castellammare di Stabia. Le imprese terminalistiche campane si trovano a fronteggiare un’imposta sui canoni di concessione portuale che potrebbe arrivare fino al 25% del canone annuo, con effetto retroattivo su cinque anni.
Comunicazioni shock agli operatori portuali
In queste ore, le imprese attive nei porti campani stanno ricevendo lettere ufficiali con cui viene richiesto il pagamento dell’imposta regionale entro il 15 settembre 2025. Secondo quanto riportato dalle associazioni di categoria UNIPORT e Assiterminal, il provvedimento colpisce le imprese senza un preavviso adeguato, imponendo sanzioni, interessi e spese aggiuntive che possono più che raddoppiare l’importo originale da versare.
Un colpo alla competitività delle imprese terminalistiche campane
Le due associazioni denunciano come questa misura rappresenti un vero e proprio ostacolo alla competitività delle imprese terminalistiche campane, già messe a dura prova dalle tensioni economiche e dalla complessità della gestione logistica post-pandemica. Si tratta, secondo i vertici delle associazioni, di una decisione unilaterale e senza precedenti, che mette in difficoltà un settore strategico per l’economia regionale e nazionale.
Visione sistemica assente: si aggrava il contenzioso sul canone
Il contesto normativo, già reso instabile dal Decreto Infrastrutture 2023, viene ulteriormente complicato da questa imposta, che secondo gli esperti rischia di:
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Generare un effetto domino in altre regioni italiane
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Scoraggiare investimenti già programmati
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Mettere a rischio i livelli occupazionali
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Danneggiare l’immagine del sistema portuale campano nei mercati nazionali e internazionali
Il supporto di UNIPORT e Assiterminal agli operatori portuali
UNIPORT e Assiterminal confermano il loro impegno per sostenere le imprese dei porti di Napoli, Salerno e Castellammare. Le associazioni si attiveranno in tutte le sedi competenti – politiche e giurisdizionali – per:
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Richiedere una revisione dell’imposta
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Difendere la sopravvivenza delle imprese terminalistiche campane
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Ristabilire condizioni concorrenziali paritarie con le imprese di altre regioni italiane
Porti campani a rischio marginalizzazione nel panorama nazionale
Se la misura non verrà rivista, i porti campani rischiano di perdere competitività rispetto ad altri scali italiani ed europei. Le imprese terminalistiche campane operano in un mercato globale, e politiche locali così penalizzanti potrebbero avere effetti devastanti, sia nel breve che nel lungo termine.
Fonte: FISE












