L’entrata in vigore dei dazi al 15% imposti dagli Stati Uniti sta creando forte instabilità nei mercati internazionali. L’Italia è tra i Paesi europei più esposti e il rischio di un impatto diretto sul PIL italiano è sempre più concreto. A lanciare l’allarme è Pasquale Russo, Vicepresidente di Confcommercio e Presidente di Conftrasporto: “Le nuove misure doganali rischiano di mettere fuori gioco interi settori chiave dell’economia italiana”.
Il costo dei dazi sull’Italia: PIL in calo, settori strategici sotto pressione
Secondo dati ISPI, Italia e Germania sono tra i Paesi più colpiti. Si stima che il PIL italiano possa calare dello 0,2%, mentre quello tedesco dello 0,3%. Un dato preoccupante, se si considera che la produzione industriale italiana è già in contrazione: a maggio -0,7% rispetto al mese precedente.
I comparti più a rischio? Automotive e farmaceutico. Quest’ultimo, finora escluso dai dazi, rischia ora perdite miliardarie. Entrambi rappresentano filiere industriali vitali per il tessuto produttivo nazionale.
“Se saltano questi settori, a pagarne il prezzo saranno imprese, lavoratori e famiglie”, avverte Russo.
Export verso gli USA: l’Italia perde competitività
Gli Stati Uniti rappresentano oltre il 10% dell’export italiano e più del 20% di quello extra UE. Una perdita di competitività sul mercato americano sarebbe devastante. A complicare il quadro, anche il crollo del dollaro: -12% in soli sei mesi.“È un segnale di instabilità valutaria globale – sottolinea Russo – che ci rende ancora più vulnerabili alla concorrenza asiatica, sempre più forte e organizzata.”
Logistica e trasporti: i settori dimenticati
Conftrasporto lancia un monito anche su un altro fronte: logistica e trasporti. “Sono settori chiave per l’economia reale, eppure continuano a essere penalizzati da costi crescenti e oneri normativi sproporzionati”, spiega Russo.
In uno scenario di crisi globale, la logistica rappresenta un fattore competitivo cruciale per le imprese italiane.
Necessaria una risposta europea immediata e coordinata
Il messaggio finale di Russo è chiaro: “Il tempo delle analisi è finito. Serve una risposta europea forte, strategica e tempestiva. Solo così possiamo difendere la nostra economia da uno shock commerciale che rischia di diventare sistemico”.
L’Unione Europea è chiamata a intervenire rapidamente, per proteggere l’export, salvaguardare i settori strategici e garantire la tenuta economica del continente.
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