07 Lug 2014
Sempre meno treni passeggeri per pendolari e turisti sul lago Maggiore, il tutto a favore dei treni merci. E' indubbiamente giusto togliere dalle strade i mezzi pesanti a favore del trasporto su rotaia, ma questo "trasferimento" condizionato a un continuo taglio ai treni passeggeri rischia di innescare conseguenze sgradevoli per cittadinanza e ambiente, visto che si va ad aumentare il traffico veicolare sulle strade. Un trend del genere non è molto apprezzato da chi la mattina si reca al lavoro lontano da casa per poi far rientro la sera, così come da viaggiatori e turisti che - mancando i collegamenti ferroviari - devono forzatamente utilizzare le quattro ruote, al prezzo di maggiori inquinamento, consumi e costi.
L'elenco è lungo. Del collegamento ferroviario passeggeri fra Laveno e Novara non c’è più traccia da inizio dell’anno, e chi vuole muoversi in treno fra le due città è costretto - partendo dalla sponda varesina del lago - a raggiungere Gallarate e poi ridiscendere verso Sesto Calende e il Novarese. In Piemonte le cose non vanno meglio. E' di questi giorni, infatti, la protesta dei pendolari, infuriati per il dimezzamento delle fermate sulla linea Milano-Domodossola, maturato dopo che a inizio luglio è entrato in vigore il nuovo orario. Oltre quindi a una diminuzione dei treni regionali sulla linea del Sempione, si è assistito a una soppressione di molte fermate intermedie tra Arona e Domodossola: Vogogna, Premosello Chiovenda, Cuzzago, Mergozzo, Baveno, Belgirate, Lesa e Meina. Tutto questo per velocizzare i transiti e favorire l’inserimento di nuove corse a favore dei treni merci. La "rivoluzione" ha causato gravi disagi ai pendolari, che devono raggiungere il posto di lavoro o di studio lungo la tratta che passa per Stresa, Arona, Gallarate, Milano e Domodossola. Leggi tutta la notizia
Fonte: IL GIORNO