07 Lug 2014

SMART PORT: un modello di sviluppo per la logistica portuale

 

Favorire comunicazioni e trasferimento dati tra aziende, autorità portuale e utenti dei servizi del porto stesso

 

Il termine “SMART” è oggi entrato a pieno titolo nel linguaggio comune per qualificare una vasta gamma di oggetti o servizi volti a rispondere in maniera flessibile ad esigenze nuove e sempre più sofisticate della società e dei cittadini.

Lo sviluppo di una soluzione “smart” è strettamente connesso all’utilizzo di tecnologie o processi fortemente innovativi, applicati a contesti assai dinamici ed articolati, nei quali sono presenti una pluralità di soggetti e una molteplicità di interazioni.

Uno dei contesti che meglio si presta all’impiego di queste soluzioni è rappresentato proprio dalle realtà portuali, caratterizzate (come si legge nell’indagine conoscitiva nel settore dei servizi portuali realizzata nel 1992 dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato), “dalla presenza di una pluralità di operatori fortemente specializzati e da disomogenei assetti concorrenziali“,  i quali richiedono di essere coordinati attraverso lo sviluppo di attività di comunicazione, di scambio di informazioni, di compartecipazione ai rispettivi processi, di modo da creare delle sinergie tra tali soggetti che contribuiscano, nel loro complesso, a generare opportunità economiche per il porto.

Affinché il porto diventi “smart”, è dunque fondamentale che alla base vi sia una strategia condivisa e partecipata, ossia una visione complessiva di sviluppo supportata dall’impegno di tutti gli attori coinvolti.Perché ciò avvenga, non è sufficiente l’utilizzo delle nuove tecnologie, ma è necessario un cambiamento culturale, ossia di mentalità e di approccio alla sfida che si vuole far propria.

 

Le imprese di spedizioni, gli operatori logistici e i fornitori in generale di trasporti e servizi a questi accessori devono oggi confrontarsi con le necessità delle imprese di evitare qualsiasi interruzione e discontinuità nella Supply Chain che possa comportare loro danni, in termini di perdita di ordini e di quote di mercato. Qualunque soluzione volta ad evitare tale inconveniente è dunque fondamentale per accrescere l’efficienza di un tessuto imprenditoriale ed economico che sembra organizzato ormai sempre più secondo il modello del “just in time”.

In quest’ottica, le richieste che le imprese rivolgono ai fornitori dei servizi logistici sono di velocità e qualità, nonché di affidabilità e tempi certi per poter correttamente programmare, organizzare e soddisfare i propri ordini.

Il principale elemento di complessità per chi opera in questo settore è rappresentato dal fatto che le merci, per potersi spostare dal luogo di partenza a quello di destinazione, raramente si muovono attraverso una sola modalità di trasporto, dovendo viaggiare su una pluralità di mezzi di trasporto, attraverso più corridoi (stradale, marittimo, aereo), il più delle volte non adeguatamente connessi fra loro. Una soluzione intelligente (“smart” appunto), basata sull’utilizzo di corridoi e nodi logistici interconnessi, consentirebbe a tali imprese di recuperare notevoli spazi di efficienza, ottimizzando i tempi ed i costi di spostamento delle merci.

Le nostre rappresentanze internazionali (CLECAT e FIATA), intervenute lo scorso 12 giugno ad un convegno promosso dall’UNECE (Commissione Economica per l’Europa delle Nazioni Unite), su “Il ruolo delle imprese di spedizioni e logistica nella filiera del trasporto intermodale”, hanno promosso in questo senso lo sviluppo di un approccio “olistico” ai trasporti e alla logistica, sottolineando come in questi ambiti siano necessari migliori interconnessioni, non solo di tipo infrastrutturale, ma anche di tipo immateriale (infrastrutture ICT), per l’integrazione delle varie modalità di trasporto e delle comunità operanti negli hub portuali, interportuali e aeroportuali.

I nostri nodi logistici, ed i porti in particolare, considerato il fatto che gran parte dei traffici è canalizzata attraverso di essi, hanno l’imperativo di aumentare la loro capacità di attrazione dei traffici e di recuperare quei volumi di merci che, seppure aventi origine/destinazione dal/al nostro mercato nazionale, attualmente transitano per altri scali portuali europei capaci di offrire migliori servizi e tempi più rapidi di sdoganamento delle merci. Se infatti è pur vero che lo sviluppo di una logistica efficiente necessita di investimenti in infrastrutture materiali, non v’è dubbio che la competitività di uno scalo dipenda essenzialmente dalla sua capacità di consentire il rapido afflusso e deflusso delle merci, affinché queste siano distribuite e consegnate sul mercato in tempi rapidi, ma soprattutto certi.

Perchè si possa compiere il processo di trasformazione in SMART PORT è necessario favorire le comunicazioni ed il trasferimento di informazioni e dati tra aziende, autorità portuale e utenti dei servizi del porto stesso, come testimonia l’esperienza del porto di Amburgo in Germania, che ha avviato recentemente il progetto pilota “Smart Port Logistics” (SPL), il quale mira a trasformarlo in una piattaforma virtuale dove i servizi e le informazioni relative a trasbordo, stoccaggio, consegna e post-vendita viaggiano su reti mobili, accessibili via smartphone e tablet. Il progetto si basa su applicazioni mobili di nuova generazione che consentono di scambiare dati ed informazioni relative alle imbarcazioni in transito, al trasbordo e il trasporto di merci e passeggeri e molto altro. In esso è inoltre integrato un fleet management system che consente ai mezzi destinati al trasporto di container di essere informati tempestivamente sulle condizioni del traffico in porto, così da evitare problemi di circolazione e rispettare i tempi di percorrenza. Un porto animato da sensori, circuiti di videosorveglianza e oggetti intelligenti in connessione tra loro, per il trasferimento di dati in tempo reale tra uffici centrali e periferici della struttura. Altra tecnologia “smart” integrata nel progetto è il geofencing, soluzione di geolocalizzazione che permette di visualizzare, all’interno dell’area portuale, tutti i mezzi di trasporto che circolano al suo interno, così da consentire a tutti di verificare le condizioni di traffico ed aumentare allo stesso tempo i livelli di sicurezza. La piattaforma SPL consentirà in futuro anche l’introduzione di servizi di mobile payment per usi privati e aziendali, come nel caso di soccorsi meccanici agli automezzi, di rifornimenti di carburante e altro. Leggi tutta la notizia

 

Fonte: ANASPED

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