ROMA – “L’incontro con il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, è stato un momento cruciale per portare all’attenzione del Governo le preoccupazioni del settore ferroviario merci e dell’intero sistema logistico-industriale italiano, oggi sotto pressione per molteplici fattori critici.”
Così ha dichiarato Clemente Carta, Presidente dell’Associazione Fermerci.
Tra i principali elementi di criticità segnalati da Carta figura la crescente incertezza in materia di dazi e politiche commerciali, che ostacola la pianificazione industriale e logistica, generando instabilità nelle catene di approvvigionamento.
Connessioni ferroviarie interrotte e corridoi a rischio
Carta ha inoltre evidenziato le frequenti interruzioni delle tratte ferroviarie, sia in Italia sia lungo le direttrici internazionali, con particolare riferimento al corridoio Nord-Sud tra Germania e Italia.
“In Germania – ha sottolineato – il completamento dell’infrastruttura lungo il Reno, inizialmente previsto per il 2017, è ora rinviato al 2042: un ritardo che già oggi compromette la regolarità dei traffici merci.”
Valichi alpini e fragilità della rete europea
Un altro punto critico riguarda i valichi alpini, spesso soggetti a interruzioni. Carta ha ricordato la chiusura di Rastatt nel 2017, che provocò gravi disagi alla produzione industriale.
“Il mercato ferroviario delle merci ha ormai una dimensione europea consolidata: serve realizzare uno spazio ferroviario unico europeo, più integrato e affidabile.”
Italia attiva sul fronte nazionale
In questo scenario complesso, Carta ha riconosciuto l’impegno dell’Italia, attraverso il Gestore dell’Infrastruttura Ferroviaria, per contenere gli effetti delle interruzioni e garantire la continuità dei collegamenti logistici interni e transfrontalieri.
“Un passo positivo – ha aggiunto – che va tuttavia rafforzato a livello europeo, per migliorare l’interoperabilità e l’efficienza delle infrastrutture ferroviarie.”
“Continuità, affidabilità e integrazione delle reti ferroviarie sono oggi elementi fondamentali per la competitività del sistema produttivo italiano – ha concluso Carta –. Non intervenire significherebbe esporre le filiere a rischi economici che si riflettono sull’intera logistica industriale del Paese.”