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16 Mag 2025

Logistica e dazi USA-Cina: come colmare il divario competitivo dei porti con una strategia fiscale equa

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La tregua commerciale tra Stati Uniti e Cina apre una finestra strategica per la logistica italiana.

 

La tregua commerciale tra Stati Uniti e Cina, con la sospensione per 90 giorni delle principali imposizioni doganali, apre una finestra strategica che può influenzare in modo rilevante la logistica italiana. La riduzione dei dazi dal 145% al 30% per gli USA e dal 125% al 10% per la Cina è un segnale distensivo, ma secondo il Freight Leaders Council non basta a garantire stabilità alla logistica internazionale. Le tensioni strutturali restano, e il sistema logistico italiano deve affrontarle con urgenza per non restare ai margini dei nuovi flussi globali.

 

Massimo Marciani, presidente del Freight Leaders Council, evidenzia come questa tregua rappresenti un'opportunità unica, ma avverte che senza una reale parità fiscale tra i porti italiani e quelli del Nord Europa, il divario competitivo aumenterà. La logistica italiana è già oggi penalizzata da un sistema che impone il pagamento anticipato dell’IVA all’ingresso delle merci. Questa rigidità fiscale compromette la competitività dei nostri scali rispetto a porti come Rotterdam, dove il sistema del Postponed VAT Accounting consente alle aziende di registrare l’IVA senza anticiparla, migliorando la liquidità e l’efficienza finanziaria.

 

L’impatto dei dazi imposti in precedenza dagli Stati Uniti ha rallentato drasticamente i traffici nei principali porti, con una riduzione prevista delle importazioni pari al 35% nei porti di Los Angeles, Long Beach, New York e New Jersey. Secondo la World Trade Organization, senza la tregua, il commercio USA-Cina avrebbe potuto contrarsi fino all’80%, con conseguenze devastanti sulle catene di approvvigionamento. Anche la logistica italiana ha subito gli effetti di questa instabilità, soprattutto sull’export verso gli Stati Uniti, mettendo sotto pressione la tenuta della catena del valore.

 

Marciani sottolinea che la logistica è il primo indicatore di una recessione: quando i flussi rallentano, è già troppo tardi per intervenire. Eppure, questo "termometro logistico" viene raramente ascoltato. Per questo motivo, il Freight Leaders Council richiama l’attenzione sulle risorse disponibili grazie al PNRR, che stanzia oltre 130 milioni di euro per la digitalizzazione delle imprese della logistica italiana. Si tratta di una leva fondamentale che potrebbe attivare quasi mezzo miliardo di investimenti nel settore e rafforzare il posizionamento dell’Italia nelle reti europee.

 

L’equità fiscale nei porti è una condizione essenziale per la competitività del sistema logistico italiano. L’esempio di Rotterdam rispetto a Trieste è emblematico: una nave carica di scarpe che arriva nei Paesi Bassi consente al produttore di posticipare il pagamento dell’IVA, mentre in Italia la stessa merce viene tassata subito. Questa disparità costringe molte aziende, anche italiane, a scegliere porti esteri per l’importazione, causando una perdita di volumi per i porti italiani e un rallentamento della logistica interna, con impatti negativi su occupazione e ricadute economiche locali.

 

Il Freight Leaders Council sollecita misure urgenti: accelerare la digitalizzazione della supply chain, potenziare l’intermodalità e sviluppare corridoi logistici alternativi. Tuttavia, nessuna riforma sarà efficace se non si affronta alla radice la penalizzazione fiscale che grava sui porti italiani. Senza un campo di gioco equo, la logistica italiana non potrà competere, nonostante le competenze, le infrastrutture e le imprese presenti sul territorio. Come ribadisce Marciani, serve una strategia europea e una visione fiscale moderna per riportare l’Italia al centro dei flussi commerciali globali.

 

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