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29 Nov 2024
Per lo stoccaggio dei conci prefabbricati e delle bobine dei cavi per la costruzione del ponte sullo Stretto di Messina la società concessionaria per la realizzazione e gestione dell'infrastruttura utilizzerebbe, secondo un cronoprogramma ufficioso fino al 2032, le aree a sud ovest del bacino di evoluzione del porto di Gioia Tauro ed anche una parte delle aree retrostanti al container terminal dello scalo calabrese, al netto delle recenti acquisizioni operate dal terminal contenitori e previo accordo con il Consorzio Regionale per le attività produttive, titolare delle aree.
Lo ha reso noto l'Autorità di Sistema Portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio ricordando che il progetto originario del ponte individuava Gioia Tauro come porto di stoccaggio di questi elementi costruttivi e, com'era concepito, costituiva una sensibile interferenza con la operatività portuale dovuta all'ormeggio delle navi che trasportavano i materiali presso l'accosto “alti fondali” della banchina di levante in concessione al container terminal MCT e l'interruzione della continuità logistica dovuta al passaggio dei materiali verso aree retrostanti non in concessione.
In occasione della Conferenza dei Servizi dello scorso 16 aprile l'AdSP aveva depositato un parere sottolineando l'impatto negativo e le dannose interferenze del progetto sull'attività portuale e aveva presentato una proposta risolutiva, anche a seguito sopralluoghi ed incontri con i tecnici della società Stretto di Messina Spa, consistente nell'infrastrutturazione della parte sud del bacino di evoluzione e l'utilizzo delle aree retrostanti per lo stoccaggio, proposta che successivamente è stata accolta avendo l'Autorità Marittima sciolto la riserva sulla non interferenza con l'attuale bacino di evoluzione delle navi.
Fonte: INFORMARE