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29 Ott 2024

Quali sono gli scenari futuri della supply chain

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Le esigenze di pianificazione della supply chain si sono evolute notevolmente nel corso degli ultimi anni a causa dello scenario economico e geopolitico nel quale stiamo vivendo, che richiede una sempre maggiore flessibilità, velocità e precisione. Le nuove tecnologie, come l’analisi predittiva, l’intelligenza artificiale e l’integrazione di dati in tempo reale, offrono alle organizzazioni la possibilità di anticipare le variazioni della domanda, ottimizzare i flussi di approvvigionamento e ridurre i tempi di risposta. Queste soluzioni consentono di avere visione più chiara e integrata della catena di fornitura, facilitando la gestione proattiva e non più reattiva, e consentono alle aziende di essere più resilienti in un contesto economico sempre più volatile.

 

Tuttavia, secondo i dati raccolti dall’Osservatorio Supply Chain Planning del Politecnico di Milano in partnership con REMIRA Italia, le aziende italiane dimostrano un limitato grado di maturità nella conoscenza dello “stato di salute” delle proprie supply chain e nell’adozione di strumenti tecnologici adeguati che permettono di raccogliere dati e, successivamente, interpretarli a supporto alle decisioni strategiche.

 

Solo un terzo delle imprese, infatti, misura un numero sufficientemente completo di KPI per la valutazione dell’efficacia e dell’efficienza della supply chain. Un tasso così basso è spesso dovuto alla mancanza di una cultura dei dati adeguata all’interno delle aziende; molte di esse faticano a identificare e monitorare i giusti KPI perché non hanno implementato sistemi integrati che consentono di generare una visione completa e dinamica delle prestazioni. Senza una misurazione accurata dei KPI tecnici ed economici le aziende rischiano di perdere opportunità di miglioramento, ignorano o non sono in grado di individuare inefficienze e rischi emergenti, e si trovano spesso a dover prendere decisioni basate su intuizioni, piuttosto che su dati concreti.

 

Dai dati dell’Osservatorio, inoltre, emerge chiaramente la difficoltà nell’adozione di soluzioni tecnologiche avanzate per la supply chain da parte delle aziende, derivante, molto probabilmente, da una combinazione di fattori culturali e strutturali. L’implementazione di nuove tecnologie richiede, infatti, investimenti significativi in formazione e risorse, un cambio di mentalità organizzativa e un forte mandato da parte del management. Questo è sicuramente un ostacolo per le aziende italiane, che continuano a operare manualmente su fogli di calcolo basati su dati disponibili solo per ciascun reparto e senza una visione d’insieme, impedendo quindi il dialogo tra le varie business unit.

 

L’utilizzo di piattaforme digitali che integrano i dati tra le varie business unit è, però, la chiave per favorire un dialogo omogeneo all’interno dell’azienda. I software specializzati che da tempo sono disponibili a supporto della digitalizzazione della catena di fornitura (come gli APS, Advanced Planning e Scheduling) permettono una condivisione delle informazioni in tempo reale e creano una fonte unica di verità a cui tutti i reparti possono accedere. I vantaggi che questo può generare sono molteplici: da una maggiore trasparenza a una comunicazione più efficiente e decisioni strategiche basate su dati condivisi e coerenti, il che si traduce in una maggiore reattività alle variazioni di mercato.

 

Collegato al tema delle variazioni di mercato a cui le imprese sono sottoposte oggi, vi è la gestione del rischioil 42% delle aziende dichiara di non prevedere alcun processo strutturato 1 azienda su 2 non attua alcun tipo di revisione della supply chain, ma fa affidamento solo sull’esperienza dei dirigenti. Quali sono le motivazioni dietro a queste scelte? Leggi tutta la notizia

 

Fonte: IL SOLE 24 ORE

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