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04 Ott 2024
"Giusto un secolo fa Agip ha iniziato proprio nella zona dove sorge oggi l’interporto di Parma la trivellazione dei primi dodici pozzi di petrolio della sua storia. Un avvenimento epocale che ha cambiato il volto del nostro Paese e che ha segnato l’inizio di una storia fantastica che da allora, pur trasformandosi, non ha mai subito battute d’arresto”.Questo l'esordio Fabio Rufini, aamministratore delegato di CEPIM (acronimo di Centro Padano Interscambio Merci), alla cerimonia per i festeggiamenti del 50esimo anniversario della fondazione dell'inteporto di Parma.
La storia, cui fa riferimento Ruffini, continua a rinnovarsi anche oggi proprio grazie a CEPIM, visto che Eni - diretta emanazione dell’Agip di allora - è socio di maggioranza della società intermodale emiliana con il 45% del capitale (il 29% del restante capitale è pubblico).
I festeggiamenti per i 10 lustri di CEPIM si sono celebrati mercoledì 2 ottobre – alla presenza di amministratori locali, rappresentanti istituzionali e del mondo dell’industria –, un'occasione per illustrare le caratteristiche di quello che sarà il nuovo terminal ferroviario dell’interporto parmense, impresa che, sempre secondo Rufini, “occuperà circa 13 ettari di territorio, con tre binari di 850 metri conformi agli standard europei che comporteranno una maggiore efficienza logistica incentivando il trasporto ferroviario e alleggerendo il traffico stradale”. Il progetto ha richiesto un investimento di 20 milioni di euro in larga parte finanziati dall’interporto stesso, e porterà al rinnovamento e al rafforzamento di CEPIM come protagonista nel panorama nazionale degli interporti, visto che “l’obiettivo è di raggiungere il 30% complessivo del trasporto su rotaia a livello nazionale”.
Ma non è tutto sono allo studio nuove iniziative di sviluppo, illustrate dal presidente di CEPIM Giampaolo Serpagli: “L’Interporto di Parma è già inserito nella zona logistica semplificata (zls) della Regione Emilia-Romagna, legata al porto di Ravenna: recentemente è stata approvata, con la collaborazione nostra e della provincia di Parma, una nuova zls legata al porto di La Spezia, che comprende diverse nuove aree del territorio parmense. Con il porto di La Spezia, dopo la firma del patto di sviluppo messo a punto due anni fa, stiamo lavorando anche per potenziare le infrastrutture ferroviarie e viarie che collegano i due importanti poli, al fine di sviluppare l’asse Tirreno-Brennero (un corridoio che riteniamo di primaria importanza per il trasporto delle merci su rotaia) e l’interporto di Parma può rappresentarne il fulcro fondamentale”.
Inoltre, ha affermato ancora Rufini, “Abbiamo deciso di investire nel triennio 2025-2028 altri 15 milioni di euro per il potenziamento della nostra attività. Un impegno necessario anche alla luce della crescente importanza che sta rivestendo l’e-commerce. Basti pensare che in Francia e in Germania questo particolare ambito tocca circa il 30% del mercato commerciale complessivo, mente in Italia siamo fermi al 10%, ed è quindi immaginabile un forte sviluppo del settore anche al nostro interno. Non possiamo farci trovare impreparati anche per la generale, forte e pressante richiesta di nuove strutture, ferma restando la nostra intenzione di rivolgere la massima attenzione allo sviluppo di una logistica intelligente ed ecosostenibile”.
CEPIM si definisce logistic service provider e svolge le sue attività non solo all’interno del distretto interportuale di Parma, ma offre ai clienti la progettazione dei servizi e delle strutture necessarie al conseguimento degli obiettivi prefissati. L’azienda movimenta circa 5.700 tonnellate di merci l’anno e occupa attualmente 2 milioni e mezzo di metri quadri di superficie, di cui 600mila sono dedicati ai magazzini e 210mila ai terminal intermodali. Nel 2023 ha realizzato un fatturato di circa 13 milioni di euro, con un incremento del 7% sull’anno precedente.
In occasione dell’anniversario del mezzo secolo dell'infrastruttura emiliana è stato anche pubblicato un libro che ripercorre la storia dell’interporto, dalla sua fondazione - era il 1974 - fino ai giorni nostri. Il volume racconta l’evoluzione immobiliare e logistica negli anni, le voci di chi l'ha pensata agli albori, di chi l'ha gestita con il passare del tempo, fino ad illustrarne le sfide attuali e quelle future. Non manca la parte dedicata alla geografia culturale del territorio parmense, con un ampio spaccato sulla storia artistica e culturale delle zone attualmente occupate dall’interporto: un’area abitata e attraversata per secoli da persone e merci, contesa da famiglie nobili locali e percorsa da migliaia di pellegrini in cammino sulla via Francigena.
Fonte: EUROMERCI