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07 Lug 2021
Oggi in Italia la quota di mercato del cargo ferroviario è del 13%, al di sotto della media europea (19-20%), assai inferiore al dato della Svizzera e dell’Austria (intorno al 35%) e molto più bassa di quella degli Stati Uniti (46%). È chiaro che se vogliamo raggiungere la soglia del 30% entro il 2030, come ci impone l’Unione europea, bisogna correre. E per spingere le merci verso la ferrovia a scapito di Tir (trasporto stradale) e navi (trasporto marittimo) è necessario rendere i treni merci più competitivi di quanto lo siano stati negli ultimi 20 anni. Superando i tanti colli di bottiglia, pensiamo all’attraversamento dei valichi alpini oppure ai collegamenti di ultimo miglio tra la rete ferroviaria e i porti, che ostacolano un pieno sviluppo del trasporto merci su ferro. Ma dobbiamo anche imparare a ragionare in una logica di sistema. Di questo si è discusso ieri al V Forum di Pietrarsa (Napoli), organizzato da Assoferr, in collaborazione con Confetra e Conftrasporto-Confcommercio.
Giovannini: devono funzionare tutte le componenti
Il primo a prendere la parola è il ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini: «Spostare il traffico merci verso la ferrovia - dice il ministro - richiede investimenti su tutti gli elementi della catena logistica, sui quali ci sono interessi a volte contrapposti. La cura del ferro funzionerà solo se tutte le componenti funzionano. Serve un impegno corale». Giovannini punta i riflettori sulla spinta che arriverà dalle nuove tecnologie, esalta il ruolo delle imprese private («senza investimenti privati il salto non lo faremo»), rammenta i 200 milioni inseriti nel fondo complementare al Pnrr per il rinnovo del materiale rotabile e indica nell’accelerazione dei contratti di programma la prima condizione per rendere subito operativi i futuri investimenti. Leonardo Lanzi, vicepresidente Conftrasporto-Confcommercio, afferma: «Per accelerare lo shift modale dalla strada alla ferrovia è necessario il coinvolgimento dell’autotrasporto in ottica inclusiva e non antagonista. L’autotrasporto sa essere complementare alle altre modalità e attualmente possiede e gestisce la stragrande maggioranza degli ordini di trasporto. Occorre applicare lo stesso spirito con cui Assoferr si è unita a Conftrasporto». Andreas Nolte, presidente di Assoferr, spiega che non ci deve essere contrapposizione tra ferrovia e trasporto stradale. «L’intermodalità - spiega Nolte - è una realtà di tutti i giorni. Faccio un esempio pratico, quello della carta. Le bobine e i bancali di carta viaggiano principalmente in treno, ma col treno arrivano fino al terminale e dal terminale alla tipografia viaggiano su Tir. Non c’è mai guerra in questo modo, ma siamo di fronte a un sistema di trasporto vincente». Aggiunge Ivano Russo, direttore generale di Confetra: «Non c’è ripresa senza logistica, compresa quella ferroviaria. Un Paese privo di materie prime come il nostro, senza logistica che le importi, non potrebbe avere una industria manifatturiera, né esportare i suoi prodotti in tutto il mondo». Chiude il presidente di Conftrasporto-Confcommercio, Paolo Uggè: «Il futuro del trasporto merci è intermodale e collaborativo. Pietrarsa smentisce un luogo comune troppo spesso considerato un dogma, che colloca i mondi del trasporto terrestre e marittimo come antagonisti del trasporto ferroviario. Per crescere dobbiamo fare sistema».
Fonte: IL SOLE 24 ORE