Cerca Aziende di:
07 Gen 2020
ROMA - Il 21 dicembre scorso Trasportounito, associazione di categoria dell'autotrasporto, annunciava a partire dal 6-7 gennaio il blocco nell’imbarco dei mezzi pesanti dai porti di Sicilia e Sardegna per protestare contro gli aumenti indiscriminati nelle tariffe del trasporto delle merci via mare. Da oggi, 7 gennaio, la protesta prende forma e scattano i blocchi nei porti delle due isole maggiori, ad annunciarlo è Trasportounito per voce del segretario generale Maurizio Longo.
Il malcontento nasce dall’aumento record dei noli marittimi, operato dalle compagnie di navigazione che svolgono servizi di collegamento sulla rete delle Autostrade del Mare nei porti delle due isole maggiori. Le compagnie attribuiscono l'aumento delle tariffe all'aumento dei costi dei carburanti a basso contenuto di zolfo da cui deriverebbero extra-costi.
“Nessuno si illuda di trovarsi difronte i soliti quattro disperati da calmare con un tozzo di pane o peggio con promesse immaginose. Sicilia e Sardegna sono la punta di un iceberg di disagio disperazione e rabbia" - Scrive Longo nella nota diffusa- "La totale incapacità del governo e della politica di comprendere che l'innalzamento di costi e delle barriere infrastrutturali annientano territori come quelli delle due isole maggiori, sommata all’indifferenza con la quale si affrontano le rilevanti ripercussioni generate da normative internazionali e comunitarie, generano le premesse per innescare conflitti sociali che, auspichiamo, non escano fuori controllo”.
“Il tempo è scaduto - continua Longo – e ciὸ a causa della totale assenza di provvedimenti urgenti, finalizzati ad attenuare i costi dei trasporti marittimi, nonché di una qualsivoglia capacità di pianificare azioni in grado di sostenere politiche economiche in territori resi degradati; non si è cioè compresa e non si comprende la gravità della situazione, e ciὸ renderà scontato il compattamento delle categorie economiche, e delle famiglie, sulle ragioni delle proteste”.
“Per l’autotrasporto – conclude il segretario generale di Trasportunito - il caso Sicilia e Sardegna rappresenta una pericolosa scintilla nella polveriera di un Paese che si serve dell’autotrasporto per l’80% del trasporto delle sue merci, ma che continua in modo sempre più ottuso a considerare la maggioranza degli autotrasportatori come una sorta di emarginati da spremere sino a farli fallire costringendoli a operare in condizioni di sfruttamento ed ai limiti della legalità e della sicurezza stradale".
Fonte: CORRIERE MARITTIMO