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09 Lug 2019
L’inchiesta che ha portato all’arresto un peruviano accusato di caporalato, ovvero di sfruttamento di lavoro nel settore degli autotrasporti, è sfociata in un blitz in forze nella sede di un’azienda di Inverigo.
I carabinieri del Nucleo ispettorato del lavoro di Como, assieme ai colleghi del nucleo operativo del gruppo tutela del lavoro di Milano, del reparto operativo di Roma, degli ispettori del lavoro comaschi, dell’Inps, della stazione carabinieri di Lurago d’Erba e della compagnia di Erba della Guardia di finanza, hanno effettuato un controllo a tappeto non soltanto sulla ditta di autotrasporti di Inverigo, ma anche su altre quattro imprese trovate al lavoro nel piazzale dell’azienda di Villa Romanò.
L’operazione è figlia dell’arresto, avvenuto lunedì scorso, dell'amministratore di una piccola impresa di autotrasporto, accusato di aver sfruttato lo stato di bisogno di alcuni lavoratori stranieri sottopagati e costretti a turni di lavoro anche di 16 ore consecutive alla paga oraria di 3,12 euro.
Nel corso dell’indagine è stato accertato che i carichi di elettrodomestici, che gli operai sfruttati dovevano consegnare in tutta la Lombardia, partivano sempre dall’azienda di Inverigo. Da qui la decisione di far seguire all’arresto un controllo a tappeto che ha visto la partecipazione anche dei finanzieri.
Nel corso del blitz a carico di ben due delle cinque società controllate è stato preso il provvedimento di sospensione dell’attività lavorativa.
Fonte: LA PROVINCIA