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20 Mar 2019
Il camionista era stato fermato dalla polizia stradale per un normale controllo sulla SP 662 a Savigliano, il 1 dicembre 2015. Gli agenti, verificando la documentazione del veicolo, si accorsero che qualcosa non quadrava con riguardo alle ore di guida del conducente. Il foglio di attestazione del cronotachigrafo analogico diceva che il camionista era appena partito dallo stabilimento e che aveva svolto mansioni diverse nei giorni precedenti, mentre esaminando la sua scheda digitale personale risultò che era già stato alla guida anche nelle ore antecedenti al controllo, superando le ore di guida consentite dalla normativa.
C.P., che stando al capo d’imputazione all’epoca dei fatti era socia e amministratrice dell’azienda di autotrasporti, con sede nel Torinese, per la quale lavorava il camionista (che ha patteggiato la pena), è a processo con l’accusa di falso. Secondo la Procura avrebbe siglato il foglio di registrazione del cronotachigrafo sul camion che attestava che l’autista non aveva guidato.
Oggi ha testimoniato la sorella dell’imputata, chiarendo che le era subentrata come amministratrice già nel 2014 e aveva acquisito le quote societarie nel 2015.
La teste, che per le stesse accuse aveva ottenuto la messa alla prova, ha spiegato che era lei a compilare i moduli in formato Word utilizzati dagli autisti, sebbene fosse ancora risultato il nome della sorella: “Sarà stata una svista perché C. non faceva più quel lavoro”.
Ma poiché sui documenti compare anche una sigla rapportabile a C.P., che la stessa ha disconosciuto, il giudice ha rinviato l’udienza per la nomina di un perito calligrafo.
Fonte: TARGATOCN.IT