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20 Mar 2019
MILANO - Silvia Moretto, neo presidente di Fedespedi, interviene per Corriere marittimo: gli obiettivi strategici su cui puntare nei tre anni di mandato alla guida della Federazione nazionale delle imprese di spedizioni internazionali - Le sfide internazionali che attendono il paese e la categoria: Via della Seta, Brexit, nuove tecnologie Blockchain, protezionismo USA, geopolitica degli investimenti, "dinamiche altamente competitive da interpretare come opportunità" - La necessità nazionale di maggiori infrastrutture e per le quali servono le risposte dei “Decisori” - Terzo Valico e TAV, il ritardo soffoca le imprese e allontana gli investitori.
Come si è concluso il 2018 in termini di risultati per la vostra categoria e per la vostra associazione?
Il 2018 è stato un anno di grande fermento per il nostro settore. L’intensificarsi del dibattito sulla Via della Seta e su come renderla opportunità per le imprese italiane e per l’intero sistema logistico nazionale; l’avvio di un dialogo serrato con l’Agenzia delle Dogane per trovare soluzioni e pratiche di fronte ad una sempre più concreta hard Brexit; l’introduzione della tecnologia Blockchain nel campo della contrattualistica e dello scambio dati; l’esplosione dell’e-commerce e l’interesse dei leader di settore per i trasporti e la logistica; il rallentamento dell’economia mondiale, in particolare della Cina, e le politiche economiche protezionistiche degli Stati Uniti; la verticalizzazione delle shipping company, sempre più orientate ad ampliare i propri servizi, anche a terra. Basta citare questi pochi esempi di dinamiche internazionali in atto per cogliere la dimensione delle sfide che ci attendono nei prossimi anni, ma che noi vogliamo poter accogliere come grandi opportunità di evoluzione per la nostra categoria.
Guardando all’Italia, non si può non pensare all’evento che ha segnato questo 2018: la tragedia che ha colpito Genova e i genovesi. Il crollo del Ponte Morandi, oltre al dramma umano, ha posto una lente d’ingrandimento sulla fragilità infrastrutturale del nostro Paese, dovuta anche alla difficoltà e lentezza nel portare a termine progetti approvati e iniziati. Questa tendenza blocca la competitività del sistema Paese: ritarda la realizzazione di infrastrutture strategiche come il Terzo Valico o la TAV Torino-Lione, allontana gli investitori, rallenta l’ammodernamento dell’apparato burocratico e amministrativo, soffoca le imprese italiane.
Molte delle sfide che ho citato sopra, guardando allo scenario internazionale, richiedono coordinamento e risposte a livello nazionale e il fatto che si crei in Italia un dibattito serio e costruttivo sulle infrastrutture utili alla crescita del Paese non può che creare una giusta pressione nei confronti dei Decisori, perché operino le proprie scelte con responsabilità e pensando al bene del Paese.
Quali sono principali obiettivi del suo mandato alla presidenza di Fedespedi?
Ho raggruppato gli obiettivi macro in tre pilastri principali. La visibilità della nostra categoria è il primo. Operando nel B2B, lavoriamo dietro le quinte ed i nostri brand non sono conosciuti al grande pubblico. Il lavoro che svolgiamo ogni giorno – l’essenza della nostra professione di spedizionieri internazionali – è essere riduttori di complessità e partner a fianco delle imprese che decidono di internazionalizzare il proprio business. Gestiamo tutta la parte organizzativa, documentale pronti a risolvere i problemi che si presentano lungo la filiera, al servizio delle imprese manifatturiere. Competenze trasversali, esperienza, proattività, il nostro naturale approccio all’interculturalità sono le caratteristiche che ci rendono partner strategici nella supply chain del cliente. La Federazione avrà l’obiettivo di promuovere il ruolo di noi imprenditori spedizionieri, per far capire cosa facciamo, e svolgere un ruolo attivo nell’interlocuzione quotidiana con le istituzioni coinvolte nel processo di importazione ed esportazione delle merci e con le istituzioni regolatrici del mercato.
Secondo pilastro: obiettivi concreti da raggiungere in tempi ragionevoli, quelli che io chiamo “gli intramontabili”, perché se ne parla ormai da anni. Penso alla semplificazione delle procedure di verifica sulle merci in import. Il sistema italiano dei controlli doganali, sanitari, fitosanitari etc., per come è strutturato oggi, non è competitivo rispetto ad altri Paesi europei. Attualmente, siamo noi spedizionieri a doverci preoccupare di coordinare i vari enti preposti e questo crea lungaggini e inefficienze. Abbiamo da tempo avviato una positiva collaborazione con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli perché il progetto SuDoCo trovi al più presto piena applicazione. In merito, sono molto contenta di poter iniziare questo triennio di presidenza lavorando insieme a Confetra a un progetto di legge quadro – incardinato presso il CNEL - che semplifichi la normativa del settore dei trasporti e della logistica, la c.d. Bassanini delle merci. E poi i tanti cambiamenti che interessano il nostro settore: digitalizzazione, blockchain, e-commerce sono tutti temi nell’agenda di Fedespedi dei prossimi mesi ed anni.
Terzo pilastro, i servizi alle imprese: il nostro tessuto imprenditoriale è fatto di micro, piccole e medie imprese, le quali possono trovare nella Federazione un centro comune di competenze in alcuni servizi fondamentali, quali l’assistenza fiscale e giuslavoristica, la formazione, il supporto di un Centro Studi che fornisca report e statistiche utili per orientarsi sul mercato.
Guardando all’organizzazione interna della Federazione, abbiamo rilanciato l’esperienza di Fedespedi Giovani: un gruppo di giovani spedizionieri under 35 che possa da subito mettersi a lavorare a questo progetto, dando il proprio contributo in Consiglio Direttivo e nel lavoro delle nuove Sezioni, gli Advisory Body della Federazione, su temi “giovani” come IT e comunicazione social.
Intervista a cura di Lucia Nappi per Corriere Marittimo.
Fonte: CORRIERE MARITTIMO