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04 Mar 2019

Brexit: la UE e la nostra Agenzia delle Dogane si attrezzano per un eventuale no-deal

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Un mancato Accordo UE-GB entro il 29 marzo 2019 farà infatti scattare un’hard Brexit.

 

Con l'inizio di marzo siamo entrati nella fase finale e più delicata della vicenda "BREXIT" senza che sia possibile ipotizzare in alcun modo quale sarà la definitiva situazione che si determinerà - in generale e per il trasporto stradele delle merci tra la UE e la GB, in particolare - ove si arrivasse alla data fissata per la uscita del Regno Unito dalla UE senza alcun accordo.

 

Un mancato Accordo UE-GB entro il 29 marzo 2019 farà infatti scattare un’hard Brexit già dal 30 marzo prossimo, vale a dire l’applicazione del regime autorizzativo CEMT per effettuare trasporti stradali; le regole WTO per lo scambio delle merci; l’introduzione di formalità doganali.

 

Riepiloghiamo qui cosa la Presidenza della UE e la nostra Agenzia delle Dogane stanno facendo per limitare i problemi che investiranno l'Europa, le imprese ed anche i singoli cittadini

 

Riguardo agli aspetti che riguardano il nostro settore, non sarà più possibile trasportare con la semplice licenza comunitaria ed i trasporti potranno essere svolti soltanto con autorizzazioni multilaterali CEMTche, tuttavia, non sono minimamente sufficienti ad assicurare lo stesso numero di trasporti che interessano attualmente la Gran Bretagna.

 

La GB e l’Irlanda, hanno chiesto un rilascio supplementare straordinario di autorizzazioni CEMT supplementari di base (50) per il 2019 e per il 2020 per fronteggiare Brexit ed in ambito CEMT tutti i Paesi aderenti sono stati concordi sulla concessione.

 

Anche l’Italia, insieme a qualche altro Paese ha chiesto di ottenere un pari numero di permessi supplementari per lo stesso periodo, al fine di assicurare ai propri vettori un numero di titoli più congruo per effettuare trasporti da/verso la GB. Tali autorizzazioni, a seconda della scelta di utilizzarle con veicoli Euro5 o Euro6, verrebbero infatti moltiplicate per 6 o per 8.

 

Purtroppo le tensioni che esistono da tempo tra l'Italia ed i suoi partner europei proprio sulla questione CEMT, stanno rendendo difficile giungere ad un accordo per il rilascio di tali autorizzazioni straordinarie.

 

Va peraltro tebnuto conto che solo circa il 30% dei trasporti Italia-GB viene oggi effettuato da vettori italiani ed inglesi, mentre la restante parte è già oggi svolta da vettori UE (lituani, polacchi, romeni, ecc).

 

Ovviamente tutti si augurano che a qualche forma di accordo si giunga, magari attraverso uno slittamento della data fin qui fissata per la BREXIT. E tuttavia occorre attrezzarsi anche per gli scenari peggiori come sta facendo, da mesi, la Francia, che, come principakle dirimpettaio della Gran Bretagna, si attende settimane di caos nei suoi porti sulla Manica e possibili situazioni di estrema tensione causati dalla impossibilità di prevedere e programmare un irdinata fase post-Brexit.

 

Anche la UE si sta comunque cercando di attrezzare. In allegato pubblichiamo, con una nostra traduzione non ufficiale, un Comunicato stampa del Consiglio dello scorso 26 febbraio, con cui si informa che la Presidenza dell'Unione ( per questo semestre affidata alla Romania) ha raggiunto un accordo con il Parlamento Europeo per una serie di misure temporanee e limitate per garantire la connettività di base per il trasporto di merci su strada e passeggeri, al fine di mitigare le interruzioni più gravi nel caso in cui il Regno Unito lasci l'UE senza negoziare un accordo.

 

Le misure concordate consentirebbero agli autotrasportatori autorizzati nel Regno Unito e agli operatori di autobus e pullman di trasportare merci e passeggeri tra il Regno Unito e i restanti 27 Stati membri.

 

Il piano della Presidenza romena e del Parlamento - su cui peraltro ad oggi non vi è una chiara posizione di accettazione da parte UK - prevede un regime transitorio valido fino al 31 dicembre 2019, durante il quale i vettori dell’UE e quelli inglesi potranno effettuare trasporti internazionali nei rispettivi territori, senza limitazioni quantitative del numero di viaggi,  così come avviene oggi con la Licenza UE.

 

Tale proposta unilaterale prevede anche la possibilità di trasporti all’interno di uno Stato membro (cabotaggio) ovvero di trasporti tra Stati membri UE (“gran cabotaggio”), fino ad un massimo di 2 operazioni entro 7 gg dalla data dello scarico di merci in trasporto internazionale, fino alla fine di luglio 2019; dal 1° agosto e fino al 31 ottobre 2019 sarebbe possibile 1 solo viaggio di cabotaggio o di gran cabotaggio. Nei mesi di novembre e dicembre, sarebbero possibili soltanto trasporti internazionali UE-GB.

 

I diritti garantiti da tali misure saranno subordinati al conferimento di diritti equivalenti a quelli degli operatori dei 27 Stati membri e alle condizioni che garantiscono una concorrenza leale.

 

Resta il fatto che ogni giorno ha la sua pena e quindi invitiamo i nostri lettori a collegarsi, se interessati, al sito in cui la UE offrre informazioni aggiornate sul tema.

 

Per l'Italia, l'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ha emanato una nota - la 19183 anch'essa dello scorso 26 febbraio - che esamina, alla luce delle conoscenze attuali, le conseguenze doganali e fiscali di un'uscita della UE dall'Europa senza accordo.

 

Invitiamo i nostri lettore a leggere, sul nostro sito, con attenzione la nota delle Dogane che ha anche  attivato un Help Desk (https://www.adm.gov.it/portale/infobrexit) attraverso il quale è possibile richiedere approfondimenti su quesiti specifici.

 

 

Fonte: ASSOTIR

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