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23 Gen 2019

Gasolio, nel 2018 un andamento del costo tra i peggiori degli ultimi anni

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Indispensabile per le aziende di autotrasporto l'introduzione di un correttivo, sul modello fuel surcharge.

 

Che il costo del gasolio rappresenti una componente caratterizzata da una “variabilità” intensa è cosa risaputa, ma mai come nel 2018, la gestione di questa componente di costo si è rivelata essere davvero complessa.

Se i primi mesi dell’anno sono stati caratterizzati da un andamento “altalenante”, per effetto di continui aumenti e ribassi rispetto al già alto dato iniziale (*)  – prezzo medio del gasolio professionale 955,15 €/1000 lt rilevato al 1° gennaio 2018 – a partire dal mese di maggio e fino alla seconda decade di ottobre, la crescita è stata davvero elevata. Il picco degli aumenti, rispetto all’inizio dell’anno, ha raggiunto +12,06% nella settimana dal 15 al 22 ottobre, con un prezzo medio del gasolio professionale di 1070,36 €/1000 lt (sottratta IVA e recupero accise) , e di un prezzo medio per gli altri utenti di ben 1567,14 €/1000 lt.

Scenario che, in alcune aree del nostro paese, aveva addirittura evidenziato il “sorpasso” del prezzo di vendita alla pompa del gasolio sulla benzina. Dopodiché, la caduta del prezzo industriale – le cui dinamiche di variabilità sono influenzate sia delle politiche adottate dai Paesi produttori della materia prima, che dalla domanda/offerta di carburante connessa al commercio/mercato mondiale – ha riportato il prezzo medio del gasolio ai livelli simili a quelli registrati nei primi giorni dell’anno –  prezzo medio del gasolio professionale 957,03 €/1000 lt rilevato al 7 gennaio 2019, prima rilevazione disponibile per la chiusura dell’analisi 2018.

 

“È senza alcun dubbio lo scenario peggiore nel quale una impresa di autotrasporto si può proporre nel mercato – dice Silvio Faggi, Segretario Generale FIAP. Soprattutto se non ha saputo, potuto o voluto introdurre dei correttivi al prezzo dei propri servizi, in corso d’anno, proprio per far fronte a questa intensa variabilità che ha pesato sostanzialmente sulla sua economia, avendo sostenuto maggiori costi – dal 3 al 6% complessivo circa per la sola componente gasolio nel 2018 –  senza una corretta remunerazione. E se il committente, visto il mero prezzo del carburante, ad inizio di quest’anno, gli ha chiesto una riduzione del prezzo del servizio, il gioco, anzi il danno nelle casse dell’impresa, è fatto.”

 

“Sono proprio queste le situazioni nelle quali – prosegue Faggi – l’introduzione di un correttivo, sul modello fuel surcharge – come già applicata da DHL, UPS, FEDEX e Compagnie Aeree – che scatti qualora le condizioni di calcolo del costo di esercizio si rivelino così altalenanti,  è indispensabile. E vale anche nel caso di un ribasso del valore della componente di costo in esame. Senza un adeguamento della componente carburante, nel costo del servizio, che colga in pieno la sua elasticità, ogni incremento di valore registrato nel corso di un periodo, rimarrebbe a totale carico dell’azienda con le gomme. Ogni decremento, rispetto ad una condizione di partenza si rifletterebbe, viceversa, sulla altra parte.”

 

“Potrebbe divenire sempre più importante, per una impresa – conclude Faggi – avere a disposizione uno strumento che calcoli , in modo particolare a consuntivo, il costo di esercizio del veicolo, proprio per la necessità di analizzare i dati di spesa nel loro complesso, nella loro variabilità nel periodo, confrontandoli anche con quelli di precedenti gestioni, tenuto conto di cosa è realmente avvenuto in corso d’anno. Una analisi fondamentale per poter assumere le politiche di prezzo dei servizi di trasporto più corrette e basate su dati reali. Su questo la FIAP sta già lavorando.”

 

Nota

I dati elaborati sono disponibili sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico – Analisi e statistiche energetiche – https://dgsaie.mise.gov.it/

 

 

Fonte: FIAP

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