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22 Nov 2018
Il mondo del trasporto individuato come interlocutore da un gruppo di progettisti al tavolo da lavoro per condividere una nuova possibile soluzione per il nuovo ponte di Genova, per fornire un proprio contributo, da persone che con le infrastrutture hanno a che fare ogni giorno. “Chapeau” a questi professionisti che hanno voluto confrontarsi con chi, per esperienza diretta, spesso, pur senza possedere lauree e riconoscimenti, sa (e quel poco che sa è lieto di metterlo a disposizione di altri, per il bene comune). Scoprire, leggendo l’articolo dedicato al progetto del Ponte del cuore, che il mondo dell’autotrasporto è stato, anche se in minima parte, chiamato a partecipare a un progetto strategico non solo per la categoria, ma per l’intera economia nazionale, mi ha reso orgoglioso e felice. E probabilmente lo sarei ancora di più se dovessi scoprire che il progetto, realizzato dell’ingegner De Cani e dai suoi collaboratori, venisse ufficialmente proposto quale progetto guida, riconosciuto da una categoria che sui ponti ci passa migliaia di volte. Perché si tratta di un progetto innovativo, a partire dall’idea di separare i flussi dei mezzi pesanti da quelli del traffico “normale” delle auto di chi lavora, dei turisti.
Un progetto innovativo non tanto nei contenuti tecnici, quanto nell’idea maestra su cui si fonda: dare a Genova e al Paese un’infrastruttura multifunzionale che sappia diventare “ecosistema” del territorio, al di sotto della quale far risorgere un intero quartiere, mediante la realizzazione di un parco e la nascita di nuove imprese.
“Un ponte non un viadotto” facendo mie le parole dei progettisti, un luogo che potrà essere vissuto dalla gente e che permetterà la riqualificazione dell’intera area, oggi così tremendamente colpita. Una struttura semplice, con 43 pile circolari ben conficcate nel terreno (una in ricordo di ciascuna vittima), capace di restituire a Genova una viabilità adeguata al traffico di oggi e a ogni cittadino bellezza e sicurezza insieme. E di dare un valore aggiunto alla categoria degli autotrasportatori permettendo loro di raggiungere direttamente il Porto di Genova, risolvendo contestualmente (e scusate se è poco) l’annoso e irrisolto dibattito sulla realizzazione della Gronda. Un progetto, quello del Ponte del cuore, per il quale il cuore di moltissimi autotrasportatori batte forte.
Doriano Bendotti, segretario provinciale Fai Bergamo.
Fonte: STRADAFACENDO