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14 Dic 2017

Logistica ed E-Commerce un legame vincente, ma a quale prezzo

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Ruolo del trasporto determinante ma va tutelato.

 

Ha destato molto interesse il servizio che Report, Testata Giornalistica di riferimento nel giornalismo d’inchiesta televisivo, ha dedicato al tema della distribuzione delle merci ed ai colossi multinazionali che la gestiscono. Un “dietro alle quinte” di effetto sul sistema E-Commerce, curato dal Giornalista Alberto Nerazzini, che ha messo in evidenza scenari, probabilmente ai più completamente trasparenti.

Abbiamo chiesto a Silvio Faggi, Segretario Generale della Federazione Italiana Autotrasportatori Professionali, sempre attenta nell’analisi di questi scenari, di commentare quanto è emerso nell’inchiesta, con un pensiero di riguardo, ovviamente, al settore rappresentato da FIAP.

 

D – Segretario Faggi, nessuno discute il ruolo determinate della logistica nella nuova economia “liquida”, ma dal punto di vista delle componenti la filiera, lo scenario è realmente cosi critico?

 

Faggi – Quello che si sta realizzando è, molto più in grande, uno scenario che abbiamo già visto da qualche anno a questa parte con la GDO, la Grande Distribuzione Organizzata dove gli elementi chiave del sistema sono la GDO, che è il Dominus, i Fornitori/Produttori (pensiamo ad esempio al caso emblematico degli agricoltori) che vengono strozzati sui prezzi, ed i Vettori che di fatto sono agli ordini della GDO ma che, contrattualmente, impattano sui secondi.

 

Ebbene questo schema, seppure con alcune varianti, si sta riproponendo nel mondo dell’E-Commerce, modello che sta piacendo sempre di più alla gente. Troviamo la figura del Dominus del sistema (es: Amazon o Alibaba), quella dei Produttori di beni, che per vendere sono “liberamente” costretti a conferirli a queste piattaforme, ai prezzi e condizioni che questi “concordate”, ed i Vettori che, stando almeno alla pubblicità con cui, ad esempio, Amazon promuove le sue attività, dovrebbero lavorare gratuitamente. “Trasporto gratuito”, questo è lo slogan ricorrentemente pubblicizzato. Viene da sé che la combinazione di questi elementi ha le potenzialità di una “miscela esplosiva”, e qualche segnale in questa direzione mi sembra che si sia già rivelato.

 

D – Quindi, quello scenario, anni fa ipotizzato, di pochi soggetti forti ai vertici delle catene logistiche e di una serie di componenti, completamente al loro servizio, quelli che possono essere definiti dei “dipendenti a fattura”, si è praticamente già realizzato?

 

Faggi – L’incremento a due cifre dell’E-Commerce lascia ben poco spazio all’ottimismo. Siamo in presenza di una vera e propria rivoluzione del modo di vendere e di acquistare i prodotti, e questo sta già provocando modifiche epocali non solo nel modo di produrre e distribuire le merci, ma anche nella stessa essenza del concetto di “lavoro” (rif.to ai contratti di lavoro a termine con scadenze brevissime). Chi gestirà la logistica, inevitabilmente, avrà una influenza sostanziale, ad esempio, sulla realizzazione dei piani commerciali delle nostre città, sui piani del traffico, sulle regole che governano il trasporto o, per meglio dire, che lo deregolamenteranno (un primo assaggio lo abbiamo visto in sede di discussione della finanziaria 2018). Un impatto sugli esercizi commerciali e sulle piccole/medie imprese, oggi ancora ossatura del nostro sistema economico, che al confronto l’apertura di un ipermercato, nel territorio rionale di una città, sembrerà uno scherzo.

 

D – Il ruolo del trasporto è certamente determinante in questo scenario, ma i rapporti di forza sono sempre più sbilanciati a favore di chi governa il movimento delle merci, e che non ha le “ruote”?

 

Faggi – Il trasporto, in questo scenario, ha certamente un ruolo determinante, però alle condizioni (regole) conosciute. Ma se queste dovessero subire un cambiamento a vantaggio dei “modelli” commerciali emergenti, la certezza di mantenere una propria autonoma forza contrattuale, verrebbe meno. Se, per esempio, si andasse verso la liberalizzazione del sistema distributivo, quello per intenderci legato al cosiddetto “Ultimo Miglio”, generalmente effettuato con veicoli fino a 3,5 tonnellate, sarebbe impossibile governare la già caotica presenza di furgoni e autocarri circolanti all’interno delle mura delle nostre città (n.d.r. anche se fossero tutti ibridi e/o elettrici). Con un Sistema Politico che non è mai stato così debole come in questa fase storica, significherebbe probabilmente cedere definitivamente ogni velleità programmatoria ai dettami di chi governa i flussi delle merci.

 

D – Qui entra in gioco, in modo determinante, la questione della sicurezza stradale e sociale

 

Faggi – È sufficiente guardarsi attorno per trovare la risposta. Lo sviluppo senza regole e senza controlli della GDO ha creato più ricchezza o maggiore povertà? L’esternalizzazione delle attività di magazzino verso le cosiddette cooperative spurie, è l’esempio emblematico della direzione verso la quale siamo orientati. È possibile che a fronte di un costo orario di un facchino di 15/17 euro, ci siano cooperative che riescono a strappare appalti proponendo un costo di 10/11euro ora/lavoro? La risposta è evidentemente una sola, NO!

 

A meno che non si percorrano strade che nulla hanno a che spartire con il concetto di sicurezza sociale (n.d.r. che è anche quella di una giusta remunerazione). Quello che dobbiamo evitare ad ogni costo è che questo “meccanismo” perverso, prima o poi, venga applicato anche al trasporto su strada perché allora, oltre alla sicurezza sociale, metteremmo in grande pericolo anche quella stradale. E vorrei far notare e sottolineare, anche se superfluo, che sulla strada ci siamo tutti.

 

D – Anche il pagamento regolare dei servizi di trasporto è questione di “sicurezza sociale”?

 

Faggi – Oggi i signori della logistica utilizzano i pagamenti come se fossero una clava. La prima regola, quella principe per costoro, è pagare i servizi il meno possibile perché, come sostengono in ogni occasione, “fuori c’è la fila delle imprese che vogliono lavorare”. La regola numero due è pagare i servizi il più tardi possibile. Un’impresa di trasporto già strozzata da tariffe ai limiti della sopravvivenza “si governa meglio”, se il dovuto glielo si dà a piccole dosi. Le norme di tutela esistono ma nessuno le applica e, soprattutto, nessuno le impone, controllandone il rispetto, sanzionando i comportamenti scorretti. Regola numero tre: se il committente si accorge che il vettore nonostante tutto gode di discreta salute (perché magari a sua volta ha messo in atto qualche furbata per sopravvivere) allora è bene dargli una tosata. E quale miglior modo di farlo se non quello di “staccare” una fattura per mancata restituzione dei bancali. Anche qui le regole, grazie alla FIAP e all’allora sottosegretario ai Trasporti On. Mino Giachino, ci sono, ma di farle rispettare non ci pensa nessuno. Ma proprio nessuno!

 

D – Quale soluzione proporrebbe al futuro Governo del Paese, UE permettendo, per evitare abusi di posizione dominante?

 

Faggi – Chi, nel prossimo futuro, verrà eletto al Governo del Paese è bene che abbia ben chiaro lo scenario in cui dovrà muoversi per fare scelte appropriate. Per quanto riguarda la FIAP credo si comprenda molto bene quale sia il nostro pensiero, proprio dalle risposte alle domande.

 

No a una deregulation che avrebbe solo lo scopo di generare nuove categorie di “dipendenti a fattura” (qualcuno arriva già ora a definirli nuovi schiavi).

 

SI ad una revisione del sistema delle regole che affronti seriamente le nuove sfide che ci attendono. Sul piano pratico suggerirei al futuro Esecutivo di Governo, l’introduzione di una nuova “piccola e semplice” regola che la FIAP da tempo va proponendo e, che già da sola, porterebbe al superamento di molte delle criticità che abbiamo evidenziato, non solo in questa occasione ma da anni. Si tratta di dare attuazione, vera e concreta, ad una norma comunitaria in materia di pagamenti delle prestazioni di servizi, che devono essere liquidati entro 60 giorni dalla data di emissione della fattura. A nostro avviso sarebbe sufficiente, aggiungerei, che le fatture non pagate da un committente non potranno essere utilizzate né per il recupero dell’IVA né per la determinazione dei costi. Trattandosi di una norma fiscale, l’eventuale inadempienza o utilizzo improprio di fatture non regolarmente onorate rimarrebbe, praticamente, sulle spalle del committente, e la Guardia di Finanza avrebbe un ulteriore elemento da inserire nei propri controlli di routine. Una piccola insignificante modifica a “costo zero” per lo Stato ma di grandissimo effetto nella normalizzazione dei rapporti commerciali fra imprese committenti, sempre più grandi e sempre più arroganti, e imprese di autotrasporto la cui forza contrattuale è, in questi scenari, di fatto azzerata.

 

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Senza alcun dubbio, una visione nitida e concreta di quegli aspetti, non evidenti, che intervengono tra un ordine effettuato on-line da un utente, ed un citofono che suona all’arrivo del pacco (sperando che, al di là della porta, non ci sia un fattorino urlante), e che permettono di comprendere come la competitività del sistema sia determinata da meccanismi fortemente “sbilanciati”.

 

Grazie a Silvio Faggi – Segretario Generale FIAP, per la disponibilità, e alla Redazione di Report, nonché al Giornalista Alberto Nerazzini in nostro plauso per il lavoro svolto.

 

 

Fonte: FIAP

 

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