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10 Nov 2017

La Settimana Confederale

 

A cura del Presidente Paolo Uggè.

 

SITUAZIONE GENERALE


Dopo le elezioni siciliane, possiamo dire senza tema di smentite, che è partita la complessa fase elettorale che ci porterà nella prossima primavera (se non prima) alle elezioni politiche. Inizia un periodo turbolento nel quale ogni sorpresa è possibile. Ovviamente mi riferisco alle attività parlamentari e di Governo. La ricerca del consenso spingerà parlamentari a divenire portatori di interessi particolari, senza curarsi delle conseguenze. Ma anche lo stesso Esecutivo non sarà in alcun modo escluso da questa forma di “attivismo elettorale”. Per noi l’attenzione sarà obbligatoria ed il continuo monitoraggio sui lavori parlamentari pure. Ai nostri imprenditori ed alle strutture chiediamo solo di collaborare ancor di più per dare forza a chi cerca di rappresentarli nel miglior modo possibile, anche se le nostre realtà territoriali ed i nostri dirigenti già operano in sintonia con la federazione. In particolare gli imprenditori debbono sapere che in gioco vi è molto e per questo si chiede loro, sempre nel rispetto delle rispettive esigenze, di stare vicino alla nostra struttura per non rafforzare chi vuole utilizzarli a livello associativo per i propri affari o chi è portatore di posizioni in politica dannose per le attività del mondo dei trasporti.
Non è un mistero che esistono movimenti dichiaratamente contrari al mondo del trasporto su gomma e che sono propugnatori di iniziative che, se attuate, ci faranno regredire di anni. Parlano della decrescita felice ma questo , ci metterà fuori mercato. Alcuni eventi già si sono verificati.
Già in settimana abbiamo dovuto infatti registrare il primo tentativo che ha prodotto la riduzione di 50 milioni (150 in tre anni) delle disponibilità per il settore dell’autotrasporto. Per ora è andato in porto. Il Governo al Senato è stato messo in minoranza in Commissione trasporti su un emendamento dei Senatori  Filippi e Ranucci (PD). L’emendamento che ha avuto il parere negativo del Governo è stato approvato con il voto favorevole del Movimento 5 Stelle (a proposito di quanto sopraddetto). Ovviamente siamo impegnati per cercare di porvi rimedio. Ma questo deve indurre tutti a riflettere. Unatras, ha  scritto subito al ministro chiedendo un urgente incontro, anche sulla situazione generale.
Nel frattempo in sede comunitaria è in preparazione, verrà emanata nei prossimi giorni, la seconda parte relativa al pacchetto mobilità che affronta temi delicati che riguardano in modo particolare l’attività del trasporto su gomma. Inquinamento, norme sociali e sul lavoro saranno i temi particolarmente delicati.
Anche per gli Ncc e taxi si è arrivati ad una accelerazione. In un incontro, presente il vice ministro Nencini, sono state illustrate le linee sulle quali il ministero intende orientarsi per dare al comparto nuove regole. Non nascondiamo che la complessità delle problematiche, ci impegnerà, anche in questo aspetto, in modo notevole. Già in alcune città sono previste manifestazioni più o meno spontanee ed uno sciopero è già stato indetto per il 21 novembre p.v.

 

DOPO LO SCIOPERO PER IL RINNOVO DEL CCNL


Naturalmente, anche se in modo informale, siamo al corrente che sono in atto contatti tra rappresentanti dei lavoratori, imprese e qualche confederazione. L’azione di sciopero, dobbiamo essere onesti non ha in alcun modo determinato danni pesanti alle imprese di trasporto e logistica. Qualche episodio, ma era del tutto evidente, si è registrato in qualche impresa, porto o interporto. Non avevamo ipotizzati invece le azioni indecorose, non certo in linea con il rispetto che si dovrebbe sempre avere tra le parti che trattano i rinnovi contrattuali e che non sono portatori di idee proprie ma di decisioni degli organismi. Personalizzare le diversità di opinioni è inaccettabile! Questo va sia a chi opera per colpire i rappresentanti delle realtà presenti alle trattative, sia a quei personaggi che dimostrano tutto il loro squallore prestandosi a far da sponda per indebolire i dirigenti di realtà associative che portano avanti posizioni derivanti dall’obbligo di tutelare legittimi interessi. Se qualche impresa intende stipulare accordi anticipativi di quelli che saranno i contenuti del contratto è libera di farlo (anche se risulta che durante lo sciopero chi ha stipulato accordi o si è dichiarato disponibile a sottoscrivere le intese contrattuali non è certo stato risparmiato dalle iniziative). Ci piacerebbe conoscere reali ragioni per le quali quelle parti datoriali che sembrano aver di fatto trovato l’intesa per il rinnovo in base alle richieste dei sindacati non sottoscrivano il rinnovo contrattuale. Non è che l’obiettivo non sia di dare un contratto alle imprese ed ai lavoratori ma altro? Il sindacato ha tutto il diritto di manifestare per ottenere il rinnovo del contratto. Quello che appare strano è che vi siano associazioni disponibili, così affermano, a sottoscrivere quel tipo di contratto (quindi ritengo siano in possesso del mandato dei propri associati) e non lo facciano. Perché far subire le conseguenze alle imprese associate se questa hanno conferito il mandato di sottoscrivere il rinnovo? Perché il presidente di una confederazione si permette di accusare altri e pretende che  sottoscrivano quanto dalla Sua organizzazione probabilmente già concordato? Deve forse pagare un prezzo? Ha forse timore di essere smentito dal fatto che comunque i sindacati effettueranno le azioni di sciopero, pur se è stato concesso quanto chiedevano, contro le imprese da Lui rappresentate? Si ricordi quel presidente che ogni posizione nasce da scelte compiute negli organi dalle singole federazioni e non sono la risultante della volontà di altra natura. Mantenere la titolarità del contratto, pur non avendo lo stesso numero di imprese rappresentate, è una Sua personale esigenza. A chi rappresenta le imprese di trasporto e logistica, dell’artigianato interessano solo i contenuti del nuovo Ccnl . Così come sono legittime le posizioni assunte dai suoi organismi anche quelle deliberate dalle federazioni dissenzienti hanno la medesima dignità.
Se invece la volontà di non firmare accordi, nonostante vi sia l’intesa, è da addebitarsi ai rappresentanti dei lavoratori la questione diventa ancor più grave. I lavoratori sono utilizzati per altri motivi di natura politica, ed anche questo è indecoroso.
Da parte di Fai esiste la volontà di portare a chiusura il contratto secondo il mandato ricevuto e fino ad una diversa deliberazione non esiste la possibilità di mutare posizione. Se vi saranno cambiamenti, considerati positivi, non saremo certo noi a non convocare gli organismi per riceverne il mandato su come comportarci, anche in relazione alle linee convenute con altre parti datoriali. Il tutto nella massima trasparenza, cioè illustrando come si sono svolti i fatti. Ognuno assumerà la proprie responsabilità di fronte alla categoria e noi lo faremo con molta chiarezza.

 

CONFTRASPORTO RISPONDE SUI PORTI A TOTI


Le dichiarazioni del presidente della Liguria Toti sono state oggetto di una presa di posizione da parte di Conftrasporto. Il Presidente della Liguria ritiene che ogni Regione possa assumere posizioni sulla politica dei trasporti e della logistica in totale autonomia. Se nessuno può negare che questo sia previsto dalle norme costituzionali, quello che nel preciso interesse dell’economia del Paese occorre comprendere è che la logistica per essere funzionale all’economia di un Paese che compete con sistemi logistici deve anch’essa rispondere secondo logiche di sistema, in caso opposto si prosegue a determinare danni. Naturalmente vi è sempre qualcuno che prova a trasformare le posizioni espresse dalla Conftrasporto in occasioni per fare polemiche. Il principio della logica di sistema è uno dei punti cardine della politica dei trasporti. Se poi il presidente Toti è stato frainteso, cosa che riteniamo possibile, il problema non esiste.

 

L’AUSTRIA CI RIPROVA


Una decisione da parte del governo austriaco rischia di penalizzare i trasporti stradali, gli italiani e tedeschi più di altri, e si colloca nel quadro di iniziative pseudo ambientaliste che d’intesa con la Svizzera i due Paesi stanno da tempo perseguendo. Conftrasporto aveva tempo fa ipotizzato una simile impostazione congiunta che oggi sembra voler divenire concreta. Abbiamo già messo in moto il nostro referente di Bruxelles e non staremo certo con le mani in mano.

 

Alla prossima.

 

Paolo Uggè

 

 

Fonte: CONFTRASPORTO

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