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27 Ott 2017

I vecchi camion permettono di truffare lo Stato

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Sono ancora molti gli acquirenti in cerca di questi mezzi e non solo per fattori economici.

 

Vecchissimi camion che hanno percorso centinaia di migliaia (ma spesso oltre un milione) di chilometri; che non offrono nessuna delle soluzioni più confortevoli messe a disposizione invece dai più moderni mezzi pesanti; che non dispongono delle tecnologie al servizio della sicurezza che possono mettere al riparto da moltissimi pericoli; che divorano ettolitri di carburante e che inquinano l’aria… Chi potrebbe mai voler acquistare simili mezzi? Nessuno, verrebbe da rispondere.

 

Eppure spesso questi vecchi camion (in Italia ne circolano quasi tre milioni su strade e autostrade) continuano ad avere un mercato. E non solo perché possono rappresentare una soluzione per chi non ha possibilità di sostenere investimenti per un Tir nuovo. C’è anche un’altra ragione per la quale spesso un acquirente cerca proprio questi mezzi: perché consentono di truffare lo Stato. 

 

Una “verità sommersa” portata a galla a Riva del Garda, incantevole località turistica affacciata sulla punta più a nord del lago che ha ospitato la tre giorni del convegno “Riva Euro Truck 2017” da Nicola Salvato, presidente dell’Anvu, l’associazione professionale polizia locale d’Italia, che in un “viaggio virtuale” fra le mille facce (spesso negativissime) dell’autotrasporto merci ha spiegato proprio come il “vecchio cronotachigrafo cartaceo montato su questi mezzi possa essere facilmente “taroccato”, permettendo di falsificare gli orari di guida e riposo, facendo risultare “fermo” il mezzo quando in realtà stava viaggiando”. Magari per 12 o 14 ore di fila, col rischio che il conducente possa cedere al sonno, sbandare e invadere la corsia opposta, provocare una strage… “Un “freno” al fenomeno è stato sicuramente messo grazie alla legge che prevede sanzioni penali contro chi manomette i sigilli, e che in base all’articolo 349 del Codice penale è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni”, ha spiegato Nicola Salvato, “ma il fenomeno è ancora molto diffuso”. Proprio perché facilita le cose a chi vuol giocare sporco, falsificando i dati sullo strumento che racconta cosa ha fatto quel camion…

 

 

Fonte: STRADAFACENDO

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