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27 Set 2017
In quanto iniziativa volta alla creazione di una rete di infrastrutture – porti, ferrovie, strade, ponti – per aumentare, tra gli altri motivi, l’efficienza dei collegamenti tra Europa e Asia, OBOR (One Belt One Road) avrà un forte impatto anche sui settori della logistica e del trasporto internazionale. La presenza di nuovi e/o migliori collegamenti tra i paesi europei e la Cina potrebbe cambiare anche in modo sostanziale la modalità di trasporto più conveniente e preferita sia nei commerci westbound (dalla Cina verso l’Europa) sia in quelli eastbound (dall’Europa verso la Cina), che in ambedue i casi ora viaggiano per lo più via mare. Al momento però non è affatto chiaro quali saranno le prospettive di cambio di rotta per i settori più importanti nel commercio bilaterale.
Dalla Cina ci sono opportunità evidenti di spostare da mare a terra sia beni di consumo destinati ai mercati in crescita dell’Asia centrale ed Europa orientale, o destinati alle grandi catene retail soprattutto dell’abbigliamento, sia i beni intermedi di maggior valore destinati all’Europa occidentale, come la componentistica auto ed elettronica. Non altrettanto chiaro è il movente che potrebbe far aumentare i volumi del commercio eastbound. Infatti, vi è una discrepanza abbastanza netta tra le regioni interne e occidentali della Cina, dove sono collocati gli stabilimenti produttivi di molti settori ad alto valore aggiunto, come i PC (destinati in buona parte ai mercati occidentali) e i mercati di consumo più ricchi per i beni europei venduti in Cina (cioè le regioni costiere). Questo spiega perché uno tra i primi convinti utilizzatori delle nuove vie ferroviarie dalla Cina all’Europa sia stata HP. Per arrivare a destinazione sui mercati europei, un tempo i pc dovevano essere trasportati via terra per centinaia di chilometri fino a un grande porto della Cina meridionale, essere imbarcati per un porto europeo, e poi di nuovo trasportati via terra al consumatore finale. Oggi, invece, HP carica i pc in container che viaggiano in treno attraverso l’Asia centrale, smistati e trasbordati nei due terminal di Khorgos in Kazakhstan e di Malaszewicze in Polonia, per raggiungere il consumatore in circa un terzo del tempo.
Khorgos non è soltanto un terminal ma anche un grande hub logistico avanzato. Con circa 900 progetti potenziali, la rete logistica dei trasporti internazionali ne potrebbe uscire completamente ridisegnata, e con essa anche il settore dei trasporti. I nuovi porti e le nuove infrastrutture di terra apriranno rotte verso nuovi mercati, alcuni dei quali senza accesso al mare e attualmente defilati dalle grandi rotte marittime internazionali. Tuttavia, sebbene i volumi che viaggeranno via terra siano destinati a restare comunque minoritari rispetto ai volumi trasportati via mare, affinché le nuove Vie della seta diventino davvero un’alternativa rilevante è necessario che il trasporto via terra diventi fluido come quello containerizzato via mare, cioè senza necessità di trasbordi, cosa che al momento non avviene.
Anche in Italia la logistica dei trasporti internazionali sarà influenzata dagli sviluppi attuali in Asia centrale ed Europa orientale: nuovi scenari di grande interesse si prospettano per alcuni porti e interporti, soprattutto quelli inseriti nei corridoi europei Nord-Sud ed Est-Ovest, e sui quali è necessaria una riflessione costruttiva che permetta all’Italia di avere un ruolo più attivo nelle rotte internazionali a beneficio dell’indotto generato da un aumento di operatività degli scali nazionali e del potenziale incremento delle esportazioni verso nuovi mercati.
Fonte: ISPI