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28 Lug 2017
Un calvario giudiziario durato mesi per un camionista ostunese in Grecia: rinchiuso in carcere ingiustamente giorni e settimane. Un incubo terminato, finalmente, pochi giorni fa.
Ora l’uomo assistito e difeso dall’avv. Angela Cavallo di Ostuni, proporrà ricorso dinnanzi alla Corte Europea di Strasburgo, organismo preposto alla tutela dei diritti fondamentali dell’uomo, per vedere punite le condotte poste in essere da parte dell’A.G. greca che lo ha visto imputato (per un fatto non commesso) ed ottenere il giusto risarcimento per i danni patrimoniali e morali patiti a causa dell’ingiusta detenzione. L’episodio si è verificato nel porto di Igoumenitsa.
L’autotrasportatore è dipendente di una società di autotrasporti di San Vito dei Normanni. Cinque clandestini di varia nazionalità (tra cui 2 minorenni) si sono introdotti all’interno del suo vano-tir, mentre il veicolo ed il conducente erano in sosta nell’area portuale di Igoumenitsa prima del rientro in Italia. Il conducente, terminata la sosta, notava che il lucchetto posto a chiusura del vano-tir risultava danneggiato. Pertanto, prima di riprendere la marcia di rientro in Italia, l’ostunese ha chiesto alle Autorità Locali di ispezionare il mezzo. Le forze dell’ordine greche hanno sottoposto il mezzo ad accertamento scanner, all’esito del quale, è stata accertata la presenza dei clandestini all’interno della cella frigo del veicolo, occultati tra i contenitori di arance stoccate per il trasporto.
Identificati i clandestini da subito ammettevano di aver danneggiato il lucchetto posto a chiusura del vano frigo del tir e di essersi introdotti all’interno del mezzo all’insaputa del conducente, al fine di introdursi clandestinamente Italia. Tuttavia, né l’atteggiamento del conducente (che di propria iniziativa chiedeva alle autorità di sottoporre il mezzo a controlli), né la piena confessione dei clandestini, sono valsi ad evitare al nostro connazionale un “calvario” processuale. Il mezzo venne sottoposto a sequestro, mentre il conducente arrestato, veniva recluso per 10 giorni in una cella di appena 10 m/q insieme ad altri 7 detenuti di varie nazionalità, senza fruire di alcuna assistenza da parte delle autorità consolari italiane, recatesi in loco solo dopo 7 giorni.
All’arresto, seguirà l’internamento in carcere, scontato in regime tutt’altro che dignitoso: assenza di minime condizioni igienico-sanitarie; presenza di ratti all’interno della cella; condivisione di spazi con soggetti affetti da gravi patologie infettive (tubercolosi, tifo, ); assenza di beni di primaria necessità (detergenti, carta igienica, medicinali..) consegnati solo a pagamento. A rendere più gravosa la situazione, la grave perdita di peso del dipendente ostunese e l’inevitabile collasso della sua situazione economica a causa della sospensione dell’attività lavorativa per tutto il periodo di detenzione. Una sventura durata cinque mesi prima che della “scontata” innocenza del nostro concittadino. Ora, assistito dall’avv. Angela Cavallo, l’uomo proverà a chiedere giustizia alla Corte Europea di Strasburgo.
Fonte: OSTUNINOTIZIE