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27 Feb 2017
Nell'Unione Europea l'industria dello shipping dà lavoro direttamente a 640mila persone e contribuisce al prodotto interno lordo dell'UE con 57 miliardi di euro (dato relativo al 2015). Lo evidenzia l'ultimo aggiornamento del rapporto sul valore economico del settore dei trasporti marittimi dell'UE che l'European Community Shipowners' Associations (ECSA) ha commissionato all'Oxford Economics. Il rapporto precisa che, contando anche l'effetto moltiplicativo sulla supply chain e sull'occupazione, i posti di lavoro complessivi sostenuti dall'industria dello shipping salgono a 2,1 milioni e il contributo totale del settore al Pil europeo è di 140 miliardi di euro (dato 2015).
L'ECSA ha rilevato che il rapporto indica inoltre che, con 89.000 euro per ciascun lavoratore dello shippnig nel 2015, la produttività del settore dei trasporti marittimi dell'UE rimane al di sopra della media europea così come quella di settori come il manifatturiero e la sanità.
«Gli ultimi dati di Oxford Economics - ha osservato il segretario generale dell'ECSA, Patrick Verhoeven - evidenziano che lo shipping continua a dare un notevole contributo all'agenda europea per la crescita e l'occupazione». Verhoeven ha tuttavia precisato che il rapporto rileva che rispetto ai dati del 2013 il settore ha registrato un modesto aumento dell'occupazione e del valore aggiunto che in quell'anno erano rispettivamente pari a 632mila persone e 55,8 miliardi di euro (dati aggiornati rispetto al rapporto di Oxford Economics relativo all'anno 2013 diffuso originariamente).
Dei 640mila posti di lavoro garantiti direttamente dall'industria dello shipping nel 2015, 347mila sono relativi all'attività di trasporto marittimo di merci (incluse le attività di rimorchio e di dragaggio), 191mila all'attività di trasporto marittimo di passeggeri, 68mila nel settore dei servizi per l'industria offshore e 7mila nel segmento delle attività di noleggio e leasing.
Dei 640mila occupati direttamente dal comparto marittimo, 516mila (l'81% del totale) sono lavoratori imbarcati sulle navi, di cui 207mila (il 40%) di nazioni dell'UE e dello Spazio Economico Europeo e 309mila (il 60%), di altre nazionalità, e 124mila lavoratori impiegati a terra (il 19% del totale).
«Anche se si tratta di una stima - ha concluso Verhoeven - la percentuale dei marittimi del'UE/SEE sembra rimanere abbastanza stabile. Questo è un segnale positivo, date le difficili condizioni di mercato in cui la maggior parte delle compagnie di navigazione europee si trovano ancora ad opere».
Fonte: INFORMARE