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27 Set 2016

ESPO, l'attuale quadro legislativo delle TEN-T impone che i fondi UE per i porti siano in linea con gli obiettivi della politica europea dei trasporti

 

Ryckbost: sarebbe inopportuno utilizzare l'audit della Corte dei conti europea per porre in discussione la nuova politica TEN-T

 

L'European Sea Ports Organisation (ESPO) ha sottolineato che la valutazione della Corte dei conti europea sui finanziamenti UE erogati ai porti nel periodo 2000-2013, che è stata presentata venerdì e che rileva come una sostanziosa quota di questi investimenti risulti inefficace e non sostenibile, non deve pregiudicare l'attuale politica per le reti di trasporto trans-europee TEN-T e il sistema di finanziamento.


«Una prima lettura di questa relazione - ha spiegato Isabelle Ryckbost, segretario generale dell'associazione dei porti europei - denota ancora una volta l'importanza di investimenti ben ponderati, definendo le priorità e riducendo gli oneri amministrativi. Inoltre evidenzia come gli investimenti nei porti, per esprimere tutto il loro valore aggiunto, debbano essere accompagnati da adeguati collegamenti con l'entroterra».


Pur esprimendo apprezzamento per il lavoro di verifica compiuto dalla Corte dei conti europea sui finanziamenti, l'ESPO ha tuttavia segnalato il pericolo che si faccia riferimento a questa relazione per bloccare finanziamenti a progetti portuali e infrastrutturali di grande importanza per l'Unione Europea. «Questa relazione di audit - ha specificato Ryckbost - riguarda essenzialmente investimenti portuali che hanno ricevuto fondi regionali UE o di coesione attivati nell'ambito del quadro finanziario e legislativo precedente. Sarebbe inopportuno utilizzare questo audit - ha rimarcato - per porre in discussione la nuova politica TEN-T, considerando che i primi progetti nell'ambito di questo quadro non sono oggetto di tale verifica e non sono ancora terminati. Inoltre, sarebbe assolutamente irresponsabile cambiare i fondamenti del piano delle infrastrutture di trasporto dell'Europa a soli due anni dall'inizio della sua attuazione».


A tal proposito, l'associazione dei porti europei ha ricordato il suo pieno sostegno all'attuale quadro legislativo delle TEN-T, in base al quale gli investimenti nei porti possono ricevere finanziamenti solo se sono in linea con gli obiettivi della politica europea dei trasporti e contribuiscono alla realizzazione di una rete trans-europea dei trasporti sostenibile ed efficiente, ed ha specificato che anche i meccanismi di finanziamento regionali dovrebbero essere in linea con questi obiettivi.


ESPO ha rilevato anche l'importanza di prendere in considerazione la complessità del settore portuale europeo quando si valuta il valore economico degli investimenti portuali, un comparto - ha osservato l'associazione - che, oltre ad essere vasto e complesso, deve affrontare molte sfide, non ultima quella di provvedere a dotarsi di capacità a lungo termine in vista della futura crescita.


L'associazione dei porti europei ha evidenziato che i grandi progetti portuali spesso generano un ritorno economico molto limitato per le Autorità Portuali e che, tuttavia, generano un importante ritorno economico per le catene di distribuzione e per l'economia nel suo complesso.


Ricordando inoltre che l'implementazione di grandi progetti portuali richiede una grande quantità di permessi a livello di Stato membro e a livello regionale, ESPO ha specificato che ciò può comportare il trascorrimento di un lungo periodo prima di giungere alla fase di costruzione delle opere infrastrutturali e portuali e ha sottolineato che queste considerazioni dovranno essere prese in considerazione nel valutare gli sforamenti dei costi, i ritardi e la carenza di capacità nel breve periodo.


ESPO ha concluso precisando che nel complesso i porti europei ritengono che la continua disponibilità di finanziamenti per progetti portuali da parte della Commissione Europea e della Banca Europea per gli Investimenti sia essenziale affinché i porti europei continuino a svolgere il loro ruolo fondamentale nel facilitare i traffici commerciali e il movimento dei cittadini europei.

 

 

Fonte: INFORMARE

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