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02 Mag 2016

Porto di Taranto, sono arrivate tre offerte per il terminal container

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Le offerte certe sono quelle del consorzio «Ulisse» e della «Italcave» di Taranto.

 

Due offerte certe ed una per ora da verificare per il terminal container del porto di Taranto che l'Authority, nello scorso febbraio, dopo l’uscita di scena della società Taranto container terminal, ha rimesso sul mercato con un bando di gara i cui termini per la presentazione delle manifestazioni di interesse si sono chiusi alle 13 di oggi.

 

Le offerte certe sono quelle del consorzio «Ulisse» e della «Italcave» di Taranto. C’è poi una terza busta pervenuta, intestata però solo all’Autorità portuale di Taranto, senza il richiamo specifico alla procedura aperta per il terminal container, per cui la commissione dovrà ora valutarla. Ma anche le altre due offerte dovranno essere esaminate ai fini dell’ammissibilità, per vedere, cioè, se i proponenti hanno i requisiti chiesti dal bando.
Un’istruttoria, questa, che richiederà alcuni giorni, dopodichè si esamineranno nel merito le proposte per quanto attiene le attività da svolgere, il personale da rioccupare e i relativi tempi. Per quanto riguarda Italcave, va detto che è una società che ha già in concessione alcune aree del porto e precedentemente occupava parte della banchina terminal container messa a gara. Ma Italcave è anche la società che lo scorso 17 marzo ha impugnato al Tar lo stesso bando dell’Autorità portuale, eccependo il fatto che viene proposta come attività principale del terminal la movimentazione dei container, in base al piano regolatore portuale, cui si aggiungono le merci varie e il traffico ro-ro (navi traghetto adibite solo alle merci) e non quello delle rinfuse. Nel suo ricorso, però, Italcave non ha chiesto la sospensiva al Tar e quindi tutto è affidato al giudizio di merito che si svolgerà prossimamente. Questo ha consentito all’Authority di portare a termine la procedura del bando.

 

Sino alla fine del 2014 il terminal ha visto la movimentazione dei container da parte di Evergreen, azionista insieme ad Hutchinson e Gsi della società Taranto container terminal (Tct) alla quale l’Authority, anni addietro, aveva dato in concessione la banchina. Già nella parte finale del 2014, tuttavia, Evergreen aveva notevolmente ridotto il traffico da e per Taranto, sostenendo che nel porto non c’erano le condizioni per operare competitivamente. Si riferiva, in particolare, all’ampliamento della banchina e al dragaggio dei fondali antistanti per avere una profondità di 16,50 metri. Opere di cui è partita solo la prima - tant’è che i primi 600 metri di banchina, sui 1200 da ammodernare, saranno consegnati a giugno - mentre per la seconda si sta ancora cercando di risolvere una serie di nodi progettuali. Tutto il 2015 ha poi visto zero container nel bilancio del porto di Taranto mentre a giugno scorso la società Tct è stata messa in liquidazione dagli azionisti, cui è seguito a settembre, al ministero del Lavoro, il rinnovo di un anno della cassa integrazione (stavolta per cessata attività) per i 540 addetti dell’infrastruttura.
 

Adesso l’11 maggio si aprirà la procedura di mobilità per i 540 destinata a concludersi col licenziamento di tutto il personale l’11 settembre, un anno dopo la proroga della «cassa». Leggi tutta la notizia

 

 

Fonte: IL SOLE 24 ORE

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