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16 Mar 2016

Quaranta furti nelle aziende presa la banda

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Al vertice dell’organizzazione tre capifamiglia di Cerignola (FG).

 

VIGONZA (PD) - Tre capifamiglia, tutti di Cerignola (Foggia), erano al vertice dell’organizzazione dedita a furti nei grandi magazzini del nord Italia, sgominata dai carabinieri di Chioggia e dalla Dia di Padova che hanno arrestato 17 persone. Una è latitante. In prima linea Ruggiero Detto, 55 anni, ammanettato con i suoi tre figli e un suo fratello; Gerardo Caggianelli, 57, in carcere con suo figlio e il cognato, e Gerardo Cianci, 52, con i due figli. Tutti proiettati, secondo il procuratore aggiunto di Venezia Carlo Nordio, a compiere razzie nei magazzini di aziende le cui merci, delle più svariate specie (fitofarmaci, rubinetteria, dolciumi, abbigliamento) venivano passate a ricettatori per essere vendute a negozi del sud Italia. La Dia sospetta un collegamento con la criminalità organizzata, vista la celerità con cui veniva piazzata la merce dai ricettatori. «Un gruppo di 10-15 persone che agiva in modo molto razionale, ognuno con una specifica competenza, velocissimi e freddi nelle esecuzioni» ha precisato nella conferenza stampa Nordio. Una quarantina i colpi, di cui 20 in Emilia e 15 in Veneto, anche consistenti come quello nel bresciano dove sono stati rubati capi d’abbigliamento firmati per 895.000 euro. L’inchiesta è nata col furto nel 2014 in un magazzino di Pianiga. A terra sul piazzale i carabinieri trovarono uno scontrino fiscale rilasciato a Nocera, nel salernitano. Poi hanno analizzato in controluce il nome sul telone di un camion dal filmato di una telecamera di sorveglianza. Da questi elementi l’Arma ha individuato il nucleo base dell’organizzazione e ha pedinato alcuni componenti, piazzato telecamere nei vari ambienti, intercettando telefonate per arrivare a dare il nome ad ognuno degli indagati. Il modus operandi era sempre lo stesso: gli indagati facevano scattare l’allarme nelle aziende e si allontanavano prima dell’arrivo dei vigilantes non prima di aver spruzzato uno spray sulle telecamere e sulle cellule di avvio dell’allarme via telefono, rendendoli inattivi. Poi entravano in azione caricando tutto sui camion: 4 in uso più una decina di auto e un rimorchio termo refrigerante per prodotti alimentari.

 

Fonte: IL MATTINO DI PADOVA

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