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09 Mar 2016
MILANO - L’andamento del traffico italiano delle merci per il secondo anno consecutivo è caratterizzato, per quanto riguarda sia i volumi trasportati che il fatturato, da segni positivi per tutte le modalità, tranne che per il transhipment il quale arretra di quasi il 10%. Con il porto di Gioia Tauro, hub italiano di riferimento in questo segmento di mercato, che perde il 14,6%. Lo rileva la nota congiunturale del 2015, elaborata dal Centro Studi di Confetra (Confederazione generale italiana dei trasporti e della logistica), che ha intervistato un panel di imprese tra le più rappresentative dei vari settori. Dall’indagine emerge chiaramente che a guidare la crescita delle merci sono in particolare due settori: cargo aereo (+5,1%) e courier (+8%) che continuano ad eccellere trainati dall’espansione del commercio elettronico (+15%). Buono anche l’andamento dell’autotrasporto, sia nazionale (+3%) che estero (+2,7%), confermato sia dal traffico autostradale cresciuto del 3,3%, sia dai transiti nei valichi alpini aumentati del 2,5%. In ripresa il cargo ferroviario con un +2,6%. Positive infine le spedizioni internazionali marittime (+3,4%), stradali (+3,1%) ed aeree (+2%). Tuttavia, secondo l’indagine, la modesta crescita del Pil (+0,7%) e le incertezze politiche internazionali pesano sulle aspettative degli operatori che permangono buone per un terzo degli intervistati, ma ricominciano a crescere fino all’8% quelle con il segno negativo. Nello stesso tempo, rimane preoccupante l’andamento delle varie modalità rispetto ai valori massimi del 2007, fatti uguale a 100: solo il cargo aereo ha raggiunto e superato quei valori, mentre gomma e mare si aggirano ancora intorno all’87% e la ferrovia al 60%. Analizzando ora i fattori che hanno inciso di più sul trasporto merci, uno di questi è senza dubbio il prezzo del gasolio per autotrazione che, al netto dell’Iva, ha fatto registrare una contrazione media dei tassi tendenziali (mese su mese dell’anno precedente) del 12,7%. Nel contempo, l’andamento delle immatricolazioni di veicoli pesanti in Italia (+20,4% rispetto al 2014) continua il trend di recupero iniziato nella seconda metà del 2013. Restano invece costanti le sofferenze bancarie delle imprese del settore “trasporto e magazzinaggio”. Che sono pari a 3.877 milioni di euro, e non hanno subito variazione in un anno (3° trimestre 2014/3° trimestre 2015). Infine, aumenta sia l’import che l’export nel nostro Paese: il tasso di crescita delle esportazioni si è attestato nel 2015 al 3,3%, mentre quello delle importazioni è stato del +3%. Il saldo è stato positivo e pari a 44.879 milioni di euro rispetto ai 42.382 milioni riscontrati nel 2014, in gran parte dovuto al forte calo del prezzo del petrolio. Più che la “ripresina”, è il capitolo “infrastrutture” a tenere banco nel mondo del trasporto. Ed è su questo punto che Nereo Marcucci, presidente di Confetra, insiste: «Innanzitutto, è positivo il fatto che il governo abbia un approccio propositivo sui temi della logistica e dei porti, in particolare». Ma non bastano i buoni propositi. Ora ci vogliono idee chiare e scelte pragmatiche. «Un sistema è più efficiente — spiega Marcucci — se è consapevole che la modalità ferroviaria è quella vincente nella competizione europea. E che la tassa occulta dovuta alla ipertrofia burocratica ed alla parcellizzazione delle procedure (e dei poteri) è un cappio al collo dello sviluppo». Anche la tempistica gioca un ruolo fondamentale: «I tempi necessari all’introduzione delle modifiche al sistema — sottolinea Marcucci — debbono tenere conto della velocità con la quale si adeguano i competitori. E soprattutto debbono essere realistiche». Rispetto a questo punto, conclude il presidente, «ritengo irrealistica, allo stato dei fatti, la trasformazione degli enti gestori dei porti in società di capitali considerando i tempi necessari alla valorizzazione del cespite “porto” (in alcuni casi neppure accatastato) ed alla loro attuale scarsa attrattività per il mercato dei capitali che vuole maggiore certezza del diritto e maggiore affidabilità». La modesta crescita del Pil (+0,7%) e le incertezze politiche internazionali pesano sulle aspettative degli operatori.
Fonte: LA REPUBBLICA