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01 Feb 2016
Taranto - Potrebbe essere pubblicato già nella prossima settimana sulla Gazzetta ufficiale italiana e su quella dell'Unione europea il bando con cui l'Autorità portuale di Taranto mette sul mercato il terminal container lasciato libero dalla società che lo aveva in concessione, Taranto container terminal, messa in liquidazione a giugno scorso dai suoi azionisti (Hutchinson, Evergreen e Gsi). E intanto l'Iran guarderebbe con interesse a un possibile insediamento nel porto di Taranto. Lo aveva già accennato, nel corso di alcuni colloqui a Taranto durante nella visita dello scorso 2 dicembre per l'inaugurazione della piattaforma logistica, il ministro delle Infrastrutture e trasporti, Graziano Delrio, e lo stesso Delrio lo ha recentemente confermato ad alcuni parlamentari.
Dopo nove anni, l'Iran sta uscendo dalle sanzioni internazionali Usa, Onu e Ue legate al programma nucleare iraniano e quindi si sta aprendo la possibilità che imprese italiane investano in Iran, tra cui anche pugliesi, e quest'ultimo Paese, a sua volta, lo faccia in Italia. Uno dei tanti divieti imposti riguardava il trasporto delle merci. I cargo iraniani non potevano infatti atterrare negli aeroporti europei, mentre per gli scali marittimi il divieto era esteso, oltre che alla compagnia di navigazione di Stato (la Islamic republic of Iran shipping line), anche ad altre tre sospettate di esservi collegate. A quanto pare, l'investimento nella portualità di Taranto potrebbe essere effettuato proprio da questa compagnia.
"Non è una partita che stiamo gestendo direttamente come Autorità portuale - commenta il commissario Sergio Prete, nei giorni scorsi riconfermato per altri sei mesi nell'incarico - ma è evidente che l'Iran, qualora dovesse venire qui, troverebbe, a differenza degli altri scali italiani, un terminal container direttamente libero". Invece, per quanto riguarda il bando dell'infrastruttura, l'Authority, dopo averlo condiviso col ministero, lo scorso 28 gennaio ha anche ottenuto dal comitato portuale il via libera alla delibera relativa alla procedura di pubblicazione. Duemilacinquanta metri lineari di banchina, di cui 1200 interessati dai lavori di ammodernamento, oggi liberi perchè l'ex concessionario ha messo in liquidazione la società Tct ritenendo che a Taranto, per il ritardo negli investimenti, non ci fossero più le condizioni per operare - ma in realtà il terminalista ha anche compiuto altre scelte e riposizionato diversamente i propri interessi. Inoltre, dopo settembre Tct ha anche chiuso le pendenze contrattuali con l'Authority e definitivamente riconsegnato l'infrastruttura, per la quale, ora, si cercano nuovi operatori.
Sul versante dei lavori nel porto, Prete annuncia "che sta andando avanti l'adeguamento della banchina del terminal affidato ad un consorzio di imprese e i primi 600 metri rimodernati dovrebbero essere agibili in primavera. Da poco, invece, Astaldi, che si era aggiudicato l'appalto a febbraio 2015, ha presentato il progetto esecutivo, per dragaggi e cassa di colmata dei fanghi marini. C'è voluto un anno - spiega Prete - perchè ha richiesto tempo la fase preliminare tra indagini e sondaggi. Astaldi ci ha presentato giorni fa una prima versione, poi l'ha rimessa a punto e adesso quella definitiva viene esaminata dal responsabile unico del procedimento, del progettista e del direttore dei lavori. Leggi tutta la notizia
Fonte: REPUBBLICA