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28 Gen 2016
UNATRAS, lo scorso 25 gennaio ha indirizzato ai Ministri Poletti (Lavoro), Delrio (Infrastrutture e Trasporti) ed Alfano (Interno) una lettera con cui esprime la propria preoccupazione su una sostanziale inerzia nel contrasto ai fenomeni del dumping sociale e della concorrenza sleale tra imprese e sistemi nazionali basata sulla compressione dei diritti dei lavoratori.
A ciò si aggiunga la preoccupazione circa il modo di procedere – ed i contenuti – con cui si sarebbe giunti alla sottoscrizione di un protocollo d'intesa fra il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Ministero dell’Interno e Ministero del Lavoro e delle politiche sociali di cui hanno dato notizia le Agenzie di stampa nelle scorse settimane.
UNATRAS, nella lettera ai Ministri, ricorda come proprio le Associazioni richiedano da tempo che si proceda al contrasto del cabotaggio abusivo e della somministrazione irregolare dei lavoratori per arginare la concorrenza sleale nel mercato dei servizi di autotrasporto.
Altri Paesi (la Francia, il Belgio, la Germania e, da ultimo, l’Austria) hanno proceduto su questa strada e hanno introdotto nel proprio ordinamento misure diverse tra loro ma tutte con lo scopo di combattere il dannoso fenomeno del dumping.
L’Italia, da questo punto di vista si è limitata ad approvare, con la Legge di stabilità 2016, un nuovo articolo – il 46 ter della legge 298/74 – che dovrebbe rendere possibile un migliore controllo del cabotaggio, anche se ancora mancano le procedure applicative dello stesso.
Né l’Italia ha ancora recepito la Direttiva 2014/67/UE, concernente l'applicazione della legislazione relativa al distacco dei lavoratori, nonostante si approssimi la data del 18 giugno 2016, indicata dall’art. 23 della stessa Direttiva come data ultima per il recepimento nei propri ordinamenti della Direttiva stessa da parte degli Stati membri.
Recepire la Direttiva, ricorda l’UNATRAS è essenziale per meglio combattere – anche proprio nel settore dell’autotrasporto di merci i trattamenti diseguali tra lavoratori di diverse nazionalità che operino gomito a gomito nella stessa impresa e la concorrenza sleale operata sul salario e sui diritti sociali anche grazie a meccanismi opachi quali il distacco internazionale e la somministrazione intracomunitaria di manodopera.
Quanto al Protocollo d’intesa sottoscritto dai tre Ministeri, secondo quanto riferito dalla stampa, esso prevede che siano effettuati, a carico delle imprese di autotrasporto una serie di controlli mirati, da parte del personale delle diverse amministrazioni sopracitate, sia su strada che in azienda.
Obiettivo dei controlli sarebbe quello di:
Tutto ciò dovrebbe essere realizzato attraverso un percorso sperimentale, della durata di tre mesi, nel quale le attività di controllo con la partecipazione degli Ispettorati del Lavoro si svolgerebbe nelle sole Regioni Veneto, Emilia Romagna e Puglia.
UNATRAS ricorda ai Ministri come, nel Verbale d'intesa siglato a novembre 2015 tra Governo ed Associazioni dell'autotrasporto, sia chiaramente indicato come si sarebbe dovuto successivamente definire un Protocollo d'intesa fra le Associazioni stesse ed i Ministeri delle Infrastrutture e dei Trasporti, del Lavoro e dell'interno, per l’avvio di controlli integrati nel modo dell’autotrasporto.
La scelta che, secondo quanto riportato dalla stampa, sembra l’Esecutivo abbia invece compiuto è quella di procedere autonomamente, senza alcun coinvolgimento delle rappresentanze istituzionali delle Imprese di autotrasporto e senza che esse abbiano quindi potuto esprimersi sui contenuti e sui metodi di effettuazione dei controlli stessi.
Fonte: UNATRAS