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18 Set 2015
Genova - «La verità è che oggi le aziende che utilizzano lo sportello unico doganalesono meno del 10%». Così Teresa Alvaro, direttore Tecnologie dell’Agenzia Dogane, ha replicato ad Alessandro Laghezza, presidente degli spedizionieri spezzini, che hanno presentato ricorso al Tar contro i corridoi doganali (merce sdoganata non in porto ma a destinazione, già attivato per Ikea da Genova e La Spezia verso Piacenza). «Occhio a sparare sulle innovazioni» ha detto Alvaro al Port and ShippingTech di Genova, e riportando proprio il caso di un’innovazione chiesta a gran voce dagli spedizionieri: lo sportello unico, che razionalizza l’alto numero di verifiche sulla merce in porto, e che tuttavia pare meno utilizzato di quanto fosse desiderato. «Si chiede a noi di agevolare lo sportello unico - prosegue Alvaro - e si dice che il processo non è compiuto. Ma dal momento in cui siamo riusciti a ottenere l’accorpamento con i controlli del ministero della Salute, in pratica abbiamo assorbito l’80% delle verifiche effettuate in porto». Dunque, l’ente pubblico sta lavorando, e Alvaro rivendica per la dogana italiana un primato europeo: «Non mi risulta che in Europa esistano esperienze allo stesso punto di avanzamento del nostro, né per quanto riguarda lo sportello unico, nel per quanto riguarda lo sdoganamento anticipato. Anzi - aggiunge - nell’ottica della normativa europea, lo sportello unico è solo un auspicio. Se noi oggi dovessimo creare uno sportello unico europeo, probabilmente rischieremo di tornare a uno stadio pregresso rispetto a quello italiano».
Ma perché le aziende italiane non si servirebbero dello sportello unico?«Lo abbiamo chiesto: la risposta è stata che dovrebbe cambiare la loro organizzazione, i contratti in essere. Sono dati di fatto». Leggi tutta la notizia
Fonte: THE MEDI TELEGRAPH