Cerca Aziende di:
17 Set 2015
Genova - Far viaggiare il mezzo sempre a pieno carico è il sogno di ogni trasportatore e spedizioniere. Purtroppo raramente è possibile, sia a causa delle difficoltà tecniche di coordinare i viaggi e scambiare le informazioni necessarie, sia per le diffidenze fisiologiche fra società concorrenti, soprattutto in un mercato di soggetti di piccole dimensioni come quello italiano. Per fare un passo avanti nella realizzazione di questo sogno, la società genovese di autotrasporto Roda sta sviluppando un progetto, basato su una piattaforma informatica, che permetta appunto lo scambio di informazioni e la nascita di un network di soggetti (spedizionieri e autotrasportatori) che collaborino nella catena di trasporto. «Il progetto - spiegano Roberto Dafarra e Mario Benestante, soci fondatori di Roda - si chiama Mtf (must, trust, fast), ne parliamo da circa due anni, ma negli ultimi tre mesi ha avuto un’accelerazione, grazie anche all’interessamento di Spediporto. E’ un progetto aperto, che verrà gestito da un consorzio a cui parteciperanno spedizionieri e autotrasportatori».
Il ruolo dell’associazione degli spedizionieri genovesi potrebbe risultare decisivo per la buona riuscita del progetto, anche se per il momento dal quartier generale di via Roma preferiscono non commentare la notizia. Lo sviluppo della piattaforma sarà portato avanti da Roda assieme ad Hub, società informatica controllata da Spediporto e di cuifa parte anche Assagenti, che ha già sviluppato il sistema E-port per lo scambio documentale all’interno della comunità portuale di Genova. Il successo di E-port è testimoniato dal fatto che il sistema è già stato esteso anche ai porti di Ravenna e Civitavecchia. Il nuovo sistema Mtf si integrerà con E-port e intende in pratica replicarne la formula al di fuori della cinta portuale. La seconda gamba del sistema, oltre alla piattaforma informatica, è la creazione di un consorzio di operatori il più possibile aperto a soggetti garantiti in termini di qualità e sicurezza. «L’idea di Mtf - spiegano i soci - era nata come consorzio di tutela degli spedizionieri sulle rivalse relative ai costi minimi. Era un periodo in cui le azioni legali in corso erano molte. Adesso che i costi minimi sono stati dichiarati illegittimi dalla Corte di giustizia europea, il progetto resta valido per cogliere altre opportunità».
Il dubbio è che realtà telematiche che mettono in collegamento gli operatori esistono già. «Sì - è la risposta - ma funzionano soprattutto per le merci varie e meno per i container. Oggi è quasi impossibile fare il viaggio a pieno sia all’andata sia al ritorno dal porto. Se riuscissimo a coordinare anche solo una volta su cinque un container in import con uno in export, sarebbe già un grande risparmio». Il sistema, che funzionerà con una tariffa unificata per tutti i partecipanti, nasce in funzione del traffico del porto di Genova, ma aspira a estendersi anche ad altri scali. Il via sarà dato entro la fine del 2016, nei tempi necessari allo sviluppo tecnico della piattaforma. «L’obiettivo - è la conclusione - è convincere chi ha la merce a mettersi insieme, superando le diffidenze per risparmiare»
Fonte: THE MEDI TELEGRAPH