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10 Set 2015
Unione Interporti Riuniti ha condotto un'azione strutturata nell'ambito di Expo 2015, esplorando tutti i vantaggi di una logistica intermodale e integrata a supporto della nostra industria alimentare, sia come produzione che come distribuzione.
Con il patrocinio di Expo e in collaborazione con Confagricoltura, Unione Interporti Riuniti ha avviato una serie di iniziative congiunte, sia all’interno di Expo che fuori dall’esposizione, al fine di accrescere la visibilità degli interporti in occasione dell’esposizione universale e sottolineare la validità della propria missione in sinergia con Expo e con il territorio.
A tal proposito sono stati organizzati due workshop, il primo il 26 giugno dal titolo “Energia per la vita - le infrastrutture degli Interporti italiani: eccellenza della logistica a sostegno delle risorse energetiche", il secondo invece ieri, 8 settembre, ospitato nella bellissima cornice dell'Auditorium di Palazzo Italia, dal titolo: “Nutrire il pianeta - L’eccellenza delle infrastrutture italiane a sostegno della qualità del prodotto agroalimentare”. Introdotto da Luciano Pannocchia, vicepresidente UIRe direttore dell'Interporto della Toscana Centrale (Prato) in rappresentanza di Matteo Gasparato, presidente UIR, assente per motivi di salute, il pomeriggio ha visto una serie di best practices molto interessanti sul tema della logistica agroalimentare.
A presentare i lavori della giornata anche Mario Guidi, Presidente di Confagricoltura, e Raimondo Orsini, Direttore Fondazione Sviluppo Sostenibile: una realtà che condivide con gli interporti lo spirito più profondo e autentico, ovvero l'idea che la supply chain, in particolare la fase del trasporto che è la più pesante dal punto di vista delle emissioni, debba essere impostata in modo più efficiente e sostenibile. Che è poi ciò che abbiamo visto realizzato da parte dei singoli interporti, che con perseveranza e tenacia perseguono giorno dopo giorno questo obiettivo, sottraendo alla strada tonnellate di prodotti e garantendo per questi le condizioni ottimali di conservazione e trasporto.
Per esempio, Davide Degennaro, Presidente Interporto Regionale della Puglia, ha illustrato il ruolo dello scalo pugliese come snodo fondamentale per la diffusione dei prodotti agroalimentari pugliesi. Soprattutto in vista dell'export: in pratica la possibilità di consolidare all'interno dell'interporto le merci alimentari, dove sono presenti strutture a temperatura controllata, e di inviarle verso nord già stoccate sul treno, rende molto più efficiente il loro transito verso i Paesi esteri, ben più che il trasporto via strada verso i porti del nord. Lo stesso messaggio è stato ribadito da Luciano Punzo, Amministratore del Terminal Intermodale Nola, che riveste un ruolo altrettanto fondamentale nell'area campana, altra grande contributrice all'industria agroalimentare del nostro Paese. Fra i clienti che hanno scelto questo sito, il direttore ha citato il produttore di caffè Kimbo – Cafè do Brasil, che utilizza le strutture dell'interporto per stoccare sia la materia prima – in arrivo via nave dal porto di Napoli – che il prodotto finito – in partenza dall'interporto (1700 contenitori all'anno), anche mediante servizi intermodali, verso i sessanta Paesi dove questo prodotto viene esportato. Anzi, visto che altri importanti torrefattori si stanno interessando ai vantaggi della supply chain gestita in questo modo, l'interporto di Nola sta anche pensando allo sviluppo di un polo logistico specifico per la gestione del caffè. Altra importante referenza, quella del gruppo Aia, che occupa 12mila mq di magazzino refrigerato, e che ha anche implementato un servizio di trasporto ferroviario dall'interporto di Verona all'interporto di Nola.
Altra presentazione interessante è stata offerta da Ivano Poli, Direttore della Logistica di Grandi Salumifici Italiani, che ha illustrato i benefici offerti dall'Interporto di Bologna per la gestione del prodotto finito di GSI. In questo caso i vantaggi dell'interporto non stanno tanto nel trasporto ferroviario o nell'intermodalità, che purtroppo non risultano ancora idonee alle esigenze di distribuzione di questo particolare prodotto. Piuttosto, sono nelle sinergie e nel valore aggiunto che questo polo logistico è in grado di offrire, che peraltro, negli ultimi mesi hanno visto un nuovo e interessante sviluppo. In pratica, come sottolineato da Ivano Poli, la necessità di soddisfare le esigenze stringenti della grande distribuzione porta talvolta l'azienda ad enfatizzare i livelli di produzione, cosa che può significare eccedenze di prodotto finito e rischio di sprechi. Per risolvere questo problema, ma senza in alcun modo mettere in discussione il livello di servizio richiesto dalla GDO, la direzione logistica, in accordo con l'azienda e in collaborazione con l'interporto di Bologna che ha contribuito al progetto allestendo i locali, ha aperto un piccolo punto vendita: l'Outlet del Gusto, dove sono messi in vendita, a prezzi scontati, tutti i prodotti non venduti. L'iniziativa sta riscuotendo un notevole successo: pare, come riportato da Pietro Spirito presente al convegno, anche presso la delegazione ufficiale del porto di Duisburg che ha visitato l'interporto di Bologna alla fine di agosto, che ha molto apprezzato i prodotti in vendita. Non solo: è stato anche aggiunto il servizio di consegna a domicilio, all'interno dei vari magazzini presenti nell'interporto. Con 50 centesimi in più vengono consegnati a magazzinieri e trasportatori ottimi panini con i salumi freschi GSI, direttamente sul posto di lavoro. Le occasioni di sinergia che un interporto può offrire, insomma, non riguardano per forza il trasporto o la logistica, ma possono andare anche in direzioni diverse, interpretando in vari modi il concetto di sostenibilità. Leggi tutta la notizia
Fonte: LOGISTICA MANAGEMENT