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02 Lug 2015

Ups e FedEx vanno a tutta velocità in Europa

 

Nuove opportunità per le società statunitensi

 

Per le società statunitensi della logistica e delle consegne, la crisi finanziaria europea apre nuove opportunità commerciali. Che i giochi abbiano inizio!

Nella giornata di venerdì, FedEx ha presentato domanda alla Commissione Europea a procedere con l’operazione di acquisizione di Tnt Express per quasi 5 miliardi di dollari. Al contempo, United Parcel Service lo scorso mese ha reso nota la costruzione in Olanda di un nuovo centro di distribuzione a temperatura controllata specificamente progettato per i prodotti medicinali e farmaceutici, l’ultimo di una serie di progetti finalizzati all’espansione per un giro d’affari di 2 miliardi di dollari nell’arco di cinque anni.

Lo scorso mese, Ups si è fatta largo anche a Norimberga con l’apertura da 40 milioni di dollari di un sito per lo smistamento di beni da e per l’Europa sud-orientale. Invece, FedEx sta costruendo un nuovo hub aeroportuale a Copenhagen di cui è prevista l’apertura per quest’anno. Per non essere da meno, Dhl, il player dominante nel mercato europeo per quota di mercato, sta raddoppiando la dimensione del proprio hub a Leipzig, con un investimento di 150 milioni di euro.

Mentre l’economia europea annaspa, le società del settore delivery stanno raccogliendo vantaggi. In particolare, l’euro debole implica che i loro investimenti in dollari possono spingersi oltre. Inoltre, le attività commerciali dei Paesi dell’area meridionale dell’Europa con un’economia in fase di stagnante sono state costrette ad allargare il campo del business, arrivando spesso a un aumento delle spedizioni transfrontaliere.

“Sul tavolo c’è una sola pizza e tutti stanno cercando di averne una fetta”, ha commentato il ceo di Dhl Express Europe, John Pearson, aggiungendo che la sua società sta investendo anche nella regione d’origine.

Dopo il fallimento del proprio tentativo di takeover del 2013, Ups sta seguendo attentamente il processo di acquisizione di Tnt da parte di FedEx. E così anche gli investitori. Per quanto da FedEx si siano sbilanciati sull'ottenimento dell’imprimatur, recenti commenti del Garante per l’antitrust dell’Unione Europea suggeriscono che l’operazione potrebbe richiedere un esame più accurato del previsto. Il Commissario Ue all’antitrust, Margrethe Vestager, entrata in carica a novembre, ha ripetutamente avvisato che avrebbe valutato attentamente le grandi acquisizioni che possono portare a un aumento dei prezzi per i consumatori.

Il periodo di difficoltà economica sta forzando anche le piccole e medie imprese a rinnovare le catene di approvvigionamento domestiche che, in alcuni casi, erano state progettate prima del 1995, anno in cui è stato abolito il controllo alle frontiere all’interno del territorio dell’Unione, facilitando la libera circolazione delle merci: una buona notizia per Ups, FedEx e Dhl.

“La recessione ha fatto da catalizzatore per la razionalizzazione delle catene di approvvigionamento”, ha spiegato Kurt Kuehn di Ups in un’intervista al Wall Street Journal poco prima della dimissione da cfo avvenuta il primo di luglio. “Per l’Europa sta suonando un campanello d’allarme: deve cambiare per restare competitiva”. Ad esempio, alcune grandi società stanno accorpando i magazzini e le flotte di camion mantenute nei singoli Paesi.

I cambiamenti hanno incrementato la complessità logistica delle supply chain europee, di cui hanno beneficiato le imprese di spedizioni, dal momento che FedEx, Ups e Dhl offrono tutti expertise logistica.  "È una trasformazione che si allontana dal trasporto merci verso spedizioni più piccole”, ha aggiunto Kuehn. Prima della crisi, non c’erano molti incentivi a cambiare, ha affermato Kuehn, parzialmente anche perché le normative europee sul lavoro rendono costosa la ristrutturazione della forza lavoro.

In aggiunta, l’e-commerce ha fatto da traino. Per vendere i propri prodotti, gli imprenditori e le piccole aziende dell’Europa meridionale, dove la disoccupazione resta elevata e i consumi sono in stallo, guardano sempre di più al di fuori dei confini del proprio Paese. Inoltre, la domanda per l’e-commerce europeo è cresciuta a livello globale poiché i consumatori in altre parti del mondo approfittano dell’euro debole per risparmiare qualche dollaro.

Stando a uno studio del Centre for Retail Research e finanziato da RetailMeNot, si prevede che le vendite dell’e-commerce in Gran Bretagna, Germania, Francia, Svezia, Olanda, Italia, Polonia e Spagna cresceranno più del 40% in due anni, arrivando a 185,44 miliardi di sterline nel 2016. Nello stesso periodo, per le vendite dell’e-commerce statunitense è attesa una crescita di un più lento 30%, per un traguardo intorno a 400 miliardi di dollari.

“L’Europa, nonostante la crescita lenta, è tuttora un mercato enorme, sia per l’import-export che all’interno dell’Unione in generale”, ha affermato il ceo di FedEx, Fred Smith, ad aprile in una call con gli analisti dopo l’annuncio del takeover di Tnt. 

Attualmente Ups è il secondo player in Europa come quota di mercato nel settore delle spedizioni espresse, alle spalle di Dhl, costola di Deutsche Post. Con l’acquisizione di Tnt, FedEx diventerà il terzo player. Ma i competitor di FedEx stanno già punzecchiando sull’affare Tnt. Infatti, Pearson di Dhl ha commentato che gli enti di disciplina probabilmente avranno qualche interrogativo da approfondire sul deal. Kuehn di Ups, facendo notare la portata della proposta del connubio FedEx-Tnt, ha detto: “Vogliamo solo assicurarci che le autorità europee garantiscano un controllo approfondito quanto quello che hanno esercitato su di noi, ovviamente… È un’operazione complessa con molte parti in movimento”. Ha aggiunto poi che la combinazione degli introiti annui di Tnt con FedEx significherà un aumento del 16% circa, arrivando quasi a 55 miliardi dollari insieme.

Venerdì, FedEx ha fatto sapere che l’affare dovrebbe chiudersi nella prima metà del 2016. I top manager, in occasione di una call con gli analisti di giugno, hanno riferito che non credono che l’operazione dovrà fare i conti con problematiche relative alla tutela della concorrenza in Unione Europea.

Siccome ha una rete europea più ridotta rispetto a Ups e meno sovrapposta con l’indebolita Tnt, FedEx ha spiegato che lo scenario è molto differente rispetto al tentativo di acquisizione di Ups. Questo accordo è fallito in parte in conseguenza del fatto che la società non è riuscita a trovare quelli che gli enti di disciplina ritenevano acquirenti appropriati per alcuni asset di cui doveva disfarsi al fine di salvaguardare la concorrenza.

Fonte: MILANO FINANZA

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