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30 Giu 2015

Il grande progetto del porto di Le Havre

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Via libera dell'Autorità portuale

 

Debuttato l'anno scorso, il piano quinquennale dello scalo di Le Havre riceve il via libera dell'Autorità portuale. Il Comité d'entreprise (l'equivalente del Comitato portuale), il Conseil de développement (il consiglio dei revisori) e il consiglio scientifico (questo non esiste in Italia) hanno approvato un documento che prevede investimenti, da qui ai prossimi quattro anni, di ben 385 milioni di euro. Di questi, oltre 200 milioni sono indirizzati verso nuove opere.

 

Si tratta di un programma di investimento che rientra nei programmi regionali e interregionali di Stato. Dovrebbe rinnovare non tanto la struttura e piano regolatore del porto, quanto la quantità e la qualità del suo traffico.

 

Pale eoliche, contenitori e poco greggio

Lo scenario attuale che Le Havre descrive per sé è quello di un porto con minori capacità di finanziamento del passato e davanti a sfide (e problemi) ambientali che l'authority giudica ormai «improcrastinabili».

Il futuro sarà sempre più specializzato su contenitori, rotabili e prodotti raffinati, tenendo conto dell'attuale «ristrutturazione dell'attività di raffinazione al livello mondiale», il traffico di greggio subirà «un calo strutturale e duraturo».

 

Il porto di Le Havre del futuro si baserà su tre assi, che sono le tre voci di spesa più consistenti dei 200 milioni destinati alle nuove opere: terminal (87 milioni), parchi logistici (40) ed eolici (57).

 

Spazio, spazio, spazio

La metà del trafficio portuale di Le Havre entro il 2020 dovrà essere fatto di container (attualmente la quota è del 35 per cento), salendo dagli attuali 3,5 milioni di teu a 4,5 milioni. Per ottenere ciò, secondo la dirigenza dello scalo, bisogna migliorare tre cose: accoglienza delle navi, servizi intermodali e infrastruttura logistica. Verranno ammodernate le chiuse, espansi gli accessi, creato un nuovo parco eolico e nuovi terminal. Per fare tutte queste cose si conta di aggiungere altri 500 ettari di spazi portuali, di cui 200 ricavati per conversione. Costo: 40 milioni di euro. Per rendersi conto di quanto spazio sia, si tratta di nuovi spazi portuali (escludendo i 200 ettari già esistenti ma non utilizzati) estesi quanto 420 campi di calcio. Continuando con il paragone, saliamo a 700 campi di calcio per l'equivalente di 500 ettari. Ecco spiegato in un esempio il motivo per cui la logistica del northern range è imbattibile: se hai tanto spazio, preferibilmente piatto, vinci. E se non ce l'hai? Fai qualcos'altro, non esistono mica solo i container. L'Italia, che ha gli appennini in mezzo, porti secolari schiacciati dalla città e tantissime spiagge, non la pensa così e progetta terminal che sommati insieme daranno tra quindici anni una capacità di 37 milioni di teu (oggi non superiamo i quindici milioni a fronte di un traffico di dieci).

 

Ferrovie e fiume

Entro il 2019, aumentare di dieci punti percentuale la quota del traffico ferroviario e fluviale, per portarlo a un quarto del totale (oggi è il 15 per cento). Costo: 15 milioni.

 

«L'adozione del progetto strategico consentirà di controllare futuro del nostro porto. Lo sviluppo di nuove aree di crescita, come i parchi logistici e il trasporto di grosse quantità di merci, garantirà la sostenibilità dello scalo in un mondo che cambia» ha commentato il presidente del Conseil de surveillance del porto di Le Havre, Emmanuèle Perron.

 
 
 
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