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30 Giu 2015
Le scrivo pubblicamente affinché sia chiaro, trasparente e condiviso il pensiero di CNA-Fita riguardo la ripartizione delle risorse economiche annuali destinate al settore che rappresento, l’autotrasporto, e più precisamente alle deduzioni forfettarie. La CNA-Fita ha assunto sempre comportamenti responsabili e improntati alla massima collaborazione con il Ministero da Lei governato. Siamo convinti, e lo abbiamo dimostrato nei fatti, che i momenti difficili vadano affrontati con sforzo comune, nella condivisione dei problemi reali e nell'interesse collettivo.
Una delle questioni urgenti ancora irrisolte è quella dei fondi destinati alle deduzioni forfettarie. Si tratta di deduzioni e crediti d’imposta essenzialmente legati al recupero forfettario delle spese sostenute dagli autotrasportatori per le trasferte in relazione ai trasporti personalmente effettuati dall’imprenditore, titolare di ditta individuale, o dai singoli soci di società di persone. E’ un beneficio essenziale per la sopravvivenza di migliaia d’imprese artigiane che subiscono, quotidianamente, concorrenza sleale e dumping sociale da parte di aziende di altri paesi, principalmente dell’est Europa, ma anche di società italiane che hanno da tempo delocalizzato sfruttando l’opportunità di costi decisamente più bassi (costo del lavoro, carburante, assicurazioni, pedaggi, pressione fiscale). Il tutto in un periodo storico di drammatica congiuntura economica.
A gennaio di quest’anno, proprio in occasione del riparto delle risorse economiche destinate all’autotrasporto, quando ci fu riferito informalmente, dal Ministero dei Trasporti, che il reale tiraggio delle deduzioni forfettarie non avrebbe superato i 60 milioni di euro, dei 250 complessivamente destinati alla categoria, CNA-Fita ribadì con chiarezza che alla verifica effettiva della reale somma impiegata, avremmo comunque messo in cima alla lista delle priorità questa voce, precisando che mai e poi mai saremmo stati disponibili ad accogliere riduzioni delle quote giornaliere per i rimborsi. In quell’occasione la voce destinata alle deduzioni è stata tagliata di quasi il 50%, passando dai 113 milioni di euro del 2014, ai 60 attualmente previsti. Per le altre voci diversamente non è stato fatto altrettanto. Anzi, allora, qualcuno pretendeva di mettere nel conto ulteriori 5 milioni per UIRNET, una piattaforma logistica già ampiamente finanziata; la nostra Associazione fu l'unica ad opporsi, tanto che quella proposta fu poi annullata.
Oggi, a distanza di qualche giorno dalle scadenze previste per le dichiarazioni dei redditi, più o meno formalmente, ci è stato comunicato dallo stesso Ministero dei Trasporti attraverso la Presidente Dell'Albo, la dottoressa Di Matteo, che la somma necessaria a coprire le spese per le deduzioni forfettarie è pari a 186 milioni di euro e quindi molto al di sopra dei 60 calcolati. Un dato certificato dal Ministero dell'Economia attraverso l'elaborazione delle passate dichiarazioni dei redditi, e che, se confermato, certificherebbe quanto la nostra richiesta sia reale e assolutamente giustificata dalle esigenze delle imprese che rappresentiamo.
Ieri come oggi, Ministro Delrio, CNA-Fita Le ribadisce le priorità reali per le imprese italiane mettendo al primo posto le deduzioni forfettarie, a seguire i pedaggi, quindi il SSN, gli investimenti e la formazione. Seguendo questa gerarchia, se ratificato il dato economico relativo alle deduzioni, è possibile recuperare i 126 milioni mancanti attraverso una rimodulazione percentuale delle altre voci di costo.
Diversamente, a causa di una informazione clamorosamente errata e ampiamente sotto stimata dello stesso Ministero dei Trasporti, gran parte delle nostre imprese si troverebbe a subire un danno insopportabile e qualora volesse sopravvivere sarebbe costretta all’illegalità. Le priorità attese e concordate vanno rispettate pena la perdita di credibilità.
Mi preme ricordarLe poi che proprio dalla CNA-Fita è stata avanzata una proposta dettagliata, che Le rinnovo, per trasformare i rimborsi sui pedaggi autostradali, attualmente a carico dello Stato per circa 200 milioni di euro, in sconti da concedere direttamente al casello a carico dei concessionari. In un solo colpo si potrebbe risparmiare restituendo un effettivo beneficio economico per le imprese, erogando in tempo reale lo sconto e soprattutto rendendo più equo il rapporto con i concessionari autostradali che, dopo aver totalizzato negli ultimi anni utili più che ragguardevoli, malgrado la crisi, continuano a chiedere concessioni, dilazioni e allungamenti delle stesse.
Illustre Ministro, noi crediamo che le soluzioni ci siano, occorre la volontà di attuarle.
Nel rilancio della nostra azione di rappresentanza il fermo dell'autotrasporto rappresenta l'estrema ratio. Lo conferma il fatto che questo strumento non è mai stato utilizzato nel corso della mio mandato presidenziale. Al contrario è stato evidente il nostro impegno al dialogo e ad evitare il più possibile qualsiasi forma di ostruzionismo e disagio. Purtroppo però, la situazione attuale lo renderebbe l'unica reazione possibile. Siamo convinti che quanto sopra descrittoLe possa aiutarci a trovare, insieme, la necessaria risposta ad imprese che assolvono un ruolo fondamentale per l’economia del nostro Paese e che stanno soffrendo condizioni economiche ancora fortemente negative.
Certi della Sua attenzione Le auguriamo un buon lavoro.
Cinzia Franchini
Fonte CNA - FITA