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12 Mar 2014

Da Assiterminal una serie di proposte per il rilancio della portualità italiana

 

Secondo l'associazione, il disegno di legge di riforma della normativa sui porti è peggiorativo

 

L'Associazione Italiana Terminalisti Portuali (Assiterminal) ha presentato  alcune proposte per rilanciare le attività portuali italiane, settore che - ha sottolineato l'organizzazione dei terminalisti - è fondamentale per la crescita dell'economia e la competitività delle imprese nazionali, ma che subisce l'impatto negativo della grande difficoltà della congiuntura economica: la portualità italiana - ha ricordato Assiterminal - ha chiuso il 2013 con un volume complessivo di tonnellate di merci movimentate ancora inferiore rispetto al 2007, prima dell'inizio del periodo di crisi. Inoltre l'associazione ha evidenziato come, «oltre alle difficoltà comuni ad altri settori industriali, come alto costo del lavoro e tassazione elevata, duplicazioni burocratiche, incertezze normative e crediti alle imprese, negli anni della crisi il settore portuale abbia sopportato un eccessivo incremento degli oneri, ad esempio aumento dei canoni concessori e delle tasse e dei diritti portuali.

Assiterminal ha denunciato anche il ritardo nell'adeguare la legislazione nazionale in materia portuale alle nuove sfide imposte dalla trasformazione del mercato del trasporto marittimo: «il gigantismo navale e la concentrazione fra gli operatori - ha spiegato l'associazione - comportano la necessità di nuovi importanti investimenti da parte delle società terminalistiche e scelte di programmazione delle opere pubbliche mai fatte fino ad ora, con un assetto normativo come quello della legge 84/94 che non si riesce ad adeguare alle esigenze del mercato. Il disegno di legge di riforma all'esame del Senato - ha sottolineato Assiterminal - è peggiorativo rispetto all'esistente, presentando nuovi vincoli alla libertà e all'organizzazione del lavoro e con una evidente inadeguatezza dei regimi concessori per nuovi investimenti e per fine periodo».

Con la sua serie di proposte, che pubblichiamo di seguito, Assiterminal chiede innanzitutto certezza e ragionevolezza delle regole, ad iniziare dalla normativa fiscale (ad esempio facendo definitiva chiarezza sulla non imponibilità ICI /IMU sulle aree demaniali in concessione ai terminalisti portuali) alla sicurezza e security (guardie giurate, Sistri). Poi l'associazione chiede modifiche ai termini di fine concessione e l'ammodernamento della normativa su appalti pubblici, unificazione e concentrazione temporale dei controlli sulle merci nei porti da parte delle amministrazioni pubbliche sull'esempio di quanto da anni in atto nei porti del Nord Europa.

Secondo Assiterminal, con una serie di altre misure a costo zero (attraverso, ad esempio, la riduzione della burocrazia e la semplificazione di procedure) è possibile a breve un abbassamento di costi e un miglioramento di efficienza. Inoltre per l'associazione è necessario un piano nazionale dei porti coerente con gli orientamenti comunitari circa la rete transeuropea dei trasporti.

 

Fonte: INFORMARE

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