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18 Feb 2014
Secondo l'Associazione svizzera dei trasportatori stradali (ASTAG), a vent'anni dalla sua introduzione la politica elvetica di trasferimento del traffico pesante dalla strada alla rotaia si è dimostrata fallimentare e «la strategia basata su misure coercitive contro il trasporto stradale non è riuscita».
Per ASTAG, infatti, dall'inclusione dell'articolo n. 84 sulla protezione delle Alpi nella Costituzione elvetica, a seguito dell'approvazione il 20 febbraio 1994 dell'“Iniziativa delle Alpi”, tale strategia non ha raggiunto gli obiettivi prefissati e in particolare - ha rimarcato l'associazione - l'obiettivo del transito annuo di 650.000 camion attraverso le Alpi svizzere «è del tutto illusorio».
Sulla base di tale convincimento, ASTAG ha sollecitato una rinegoziazione e un adattamento dell'accordo sui trasporti terrestri stipulato dalla Svizzera con l'UE in quanto - secondo l'associazione - sussiste una palese contraddizione tra l'articolo sulla protezione delle Alpi, che promette al popolo svizzero il trasferimento dalla strada alla ferrovia del traffico internazionale in transito attraverso la Svizzera, e l'accordo sui trasporti terrestri che determina un via libera al traffico stradale di transito. In particolare, ASTAG ha proposto che il mandato di trasferimento sia integrato con un valore di riferimento di 300 chilometri nell'accordo sui trasporti terrestri, valore d'altronde incluso nel libro bianco dell'UE: a partire da questa distanza - ha spiegato l'associazione - i trasporti transfrontalieri devono avvenire su rotaia a prescindere dall'origine, dal luogo di provenienza e dalla nazionalità. Inoltre l'associazione ritiene necessario che in una prima fase, fino al 2030, il limite massimo di transiti di camion sulle strade alpine vada aumentato ad un milione di unità all'anno.
Il vicepresidente del comitato direttivo dell'ASTAG, Josef Jäger ha rilevato come l'esperienza pratica dimostri che per i loro trasporti le imprese si rimettano al mercato e, in tale ambito, la decisione è affidata in primo luogo alla qualità dei servizi e non alla politica. «Ciò significa - ha confermato l'altro vicepresidente dell'associazione, Jean-Daniel Faucherre - che la domanda, ovvero le esigenze dell'economia e del consumatore, è di fondamentale importanza. Il cliente è sovrano, anche nell'ambito dei trasporti e della logistica. L'influsso della politica è pertanto molto limitato. Il trasferimento non può essere forzato. Tanto meno è accettabile che il più forte sia ostacolato a favore del più debole, né tramite l'imposizione di ulteriori tasse né attraverso obblighi e nemmeno con restrizioni a discapito delle imprese di autotrasporto. Perché l'autotrasporto è e rimane indispensabile».
Per ASTAG è quindi necessario adottare un nuovo approccio realizzando una collaborazione ottimale tra le modalità di trasporto stradale e ferroviaria. L'associazione ha inoltre sostenuto l'urgenza di attuare l'ampliamento dei corridoi ferroviari per il traffico merci sull'asse nord-sud al fine di poter veramente attuare la politica di trasferimento del traffico. Pertanto secondo ASTAG è indispensabile sollecitare Germania e Italia a mantenere tempestivamente i loro impegni in materia di ampliamento delle tratte d'accesso alla Nuova ferrovia transalpina (NFTA): «non è accettabile - ha denunciato l'associazione - che la Svizzera debba inviare sempre più denaro all'Italia senza alcuna contropartita».
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