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17 Gen 2014

Riforma dei porti, la logistica alza la voce

 

«Passo avanti verso l’efficienza». Assiterminal: priorità alle merci. Fedespedi: direzione giusta

 

«L’importante è che si dia voce alla merce»: è questo l’appello delle categorie imprenditoriali della logistica a Parlamento e governo che stanno discutendo la bozza di riforma dei porti. Una bozza rivoluzionaria che, nella sua ultima versione attualmente in discussione anche in Assoporti, introduce novità assolute: la riduzione degli enti di governo dei porti da 24 a 8 e la loro trasformazione da Authority portuali in autorità logistiche, il rafforzamento dei poteri del presidente e il ridimensionamento del ruolo dei privati nel Comitato portuale, che diventerebbe un consiglio direttivo. Su questa proposta in Assoporti è aperto un dibattito molto acceso. Ma che cosa ne pensano gli operatori che lavorano nei porti, da cui alla fine dipende la presenza di merce sulle banchine? «Ho avuto modo di leggere quanto riportato dalla stampa, e sembra una riforma vera e, vorrei dire, quasi rivoluzionaria perché finalmente guarda fuori dai nostri confini e si interfaccia con le reti europee TEN T, e questo e’ il giusto approccio.

Molto interessante quello che riporta sugli accorpamenti regionali, la riduzione delle Autorità Portuali, l’autonomia finanziaria all’1% senza tetti massimi, e poi l’apertura a partecipazioni esterne per la realizzazione di opere. Osservo però, pur apprezzando la snellezza prevista dell’ente che gestirà il distretto, che sono state completamente azzerate le rappresentanze di categoria, e questo mi pare eccessivo e, quindi, un ragionamento da approfondire» spiega Piero Lazzeri presidente di Fedespedi. «C’è un grande dibattito – afferma Mario Conforti, presidente dell’associazione nazionale dei terminalisti Assiterminal – ma ci piacerebbe che ci fosse maggiore chiarezza. Quando vedremo il testo definitivo potremo commentarlo, per adesso preferiamo aspettare». Ma quali sono le vostre aspettative? «Mi piacerebbe – risponde Conforti – che si parlasse di più di che cosa chiedono la merce e le navi e di che cosa chiedono gli operatori, mentre mi sembra meno importante definire il modello di governance. Vogliamo che si riducano costi e burocrazia, è l’unica cosa che ci interessa. Se ci allontaniamo da questa prospettiva si fa poca strada». Per Maurizio Longo, segretario generale dell’associazione dell’autotrasporto Trasportunito e, in passato, rappresentante della categoria nel Comitato portuale di Genova, il testo può essere un passo avanti proprio nella direzione di una maggiore efficienza: «Credo che sia un passo in avanti, tentativo di superare norma obsoleta. Il problema da risolvere non è quello dell’architettura statutaria, ma quello legato ai tempi, ai flussi di merce, all’efficienza dei porti. Su questo tema, il giudizio riguardo alla proposta è positivo.

Si snellirà il sistema delle Autorità portuali e si individuano precise responsabilità, insomma si fa chiarezza. Con gli opportuni aggiustamenti al testo, sarà un passo avanti necessario». Per Michele Pappalardo, la riduzione del numero degli enti «va nella direzione che auspichiamo da anni. Il testo concordato da Assoporti e che verrà consegnato a Lupi non lo conosco nei dettagli e non posso entrare nel merito. Ma è certo che le Autorità portuali sono troppe». Leggi tutta la notizia

 

Fonte: THE MEDI TELEGRAPH

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