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Come sviluppare un’azienda con le merci degli altri

Paolo Franceschelli della Due Torri.
Premio Mascagni. Dal ’74 la Due Torri è attiva nel campo della logistica.
Se davanti a parole inusuali come logistica vi guardate intorno smarriti, nel tentativo di afferrare un concetto che non vi viene in mente, niente paura. Siete in ottima compagnia della stragrande maggioranza di persone che ignorano felicemente cosa sia. però esiste pur sempre un’eccezione, che non solo conosce il significato della logistica, ma ci costruisce sopra anche un’azienda e la sua fortuna personale. Claudio Franceschelli, titolare della Due Torri di Minerbio è una di quelle eccezioni. Perciò, cosa vuol dire guidare un’impresa fondata sulla e intorno alla logistica ce lo facciamo spiegare direttamente da lui. Che ci accoglie nel suo ufficio con vetrata sul magazzino dell’azienda, dove sono stoccate merci di vario genere, dai libri al caffè, fino alle macchine biomedicali. Molto ordine, molta elettronica, molta pulizia. Non un posto per facchini, come sarebbe facile pensare. La fatica di tenere un magazzino è roba anni Ottanta. Negli anni dieci del Duemila è stata sostituita dall’organizzazione intelligente.
Franceschelli, cosa fa un imprenditore della logistica?
‘Parecchie cose. La più importante, immagazzinare le merci dei clienti e gestirle fin quando arrivano al destinatario?.
Sembra un problema da camionisti.
‘In origine era così. Mio padre fond? l’azienda nel 1974, e allora eravamo autotrasportatori. Ma nel tempo le cose sono cambiate. Non gestiamo direttamente il trasporto delle merci. Lo fanno i corrieri per noi?.
E allora cosa fate? Urge un esempio.
‘Gestiamo merci e informazioni sulle merci. Prendiamo i libri, che attualmente occupano nove corsie da sei scaffali l’una (alte una quindicina di metri, ndr).L’editore non vuole tenere un suo magazzino perché rappresenterebbe un costo. Dovrebbe avere dei locali appositi e dovrebbe gestirli?.
Quindi si affida a voi.
‘Esatto. Noi dobbiamo stoccare i libri, mapparli, codificarli. E spedirli alle librerie o ai clienti che li ordinano su internet. Inoltre l’editore deve sapere in tempo reale di quali libri dispone, quali sono stati venduti, quali sono in libreria e quali in magazzino. Ed eccoci diventati gestori di informazioni?.
Perciò il magazzino non lo tiene più nessuna azienda?
‘Oggi ci sono meno soldi, e le imprese li investono nella loro attività principale. Nel caso di un editore, fare libri. Poi i magazzini invecchiano?.
Gli vengono le rughe?
‘Fino al 2000, circa, gli imprenditori pensavano che il magazzino fosse la loro pensione. Nel frattempo le regole sono cambiate, la gestione è diventata più gravosa e le zone industriali si sono riempite di capannoni vuoti. Fine dell’utilità di possedere il magazzino?.
Per voi invece è una risorsa.
‘Sì, ma è il centro del nostro lavoro, non un accessorio?.
E cosa succede se invece di libri vi trovate in casa il caffè?
‘Abbiamo prodotti diversissimi e ognuno richiede modalità di gestione specifiche. Per ogni tipo di merce mettiamo a punto un progetto a misura del cliente?.
Come dal sarto.
‘però dobbiamo investire in informatica, in ricerca e formazione del personale. Abbiamo persone che studiano come gestire al meglio le merci, spendendo il meno possibile e automatizzando il più possibile i procedimenti?.
E la ricerca a cosa serve?
‘A personalizzare il più possibile i nostri servizi. Oppure a creare partnership come quella avviata in Cina nel 2003?.
Avete un magazzino là?
‘No, gli abbiamo insegnato a come passare da una gestione manuale a una gestione più tecnologica?.
In cambio di?
‘Gli abbiamo portato clienti europei, sperando che domani, quando la Cina venderà da noi più di adesso, loro portino clienti cinesi nei nostri magazzini?.
Cosa c’è nel vostro futuro?
‘L’e-commerce. Stiamo studiando un accordo con aziende di software e consulenti di marketing. Alle imprese che ci portano le merci non basta avere un sito. Bisogna tenerlo aggiornato, migliorarlo ogni giorno, fargli pubblicità, gestire il carrello degli acquisti e gli incassi. Noi vorremmo farlo per tutti i nostri clienti. Siamo obbligati a crescere e il modo migliore è farlo in rete. Il nanismo non è più contemplato nel mondo di domani?.
di MARCO GIRELLA
Video Intervista
Fonte: IL RESTO DEL CARLINO

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