Con “l’olio fritto si vola”. Con questo slogan mutuato da una vecchia pubblicità di un’azienda petrolifera italiana ora acquisita da Eni, potrebbe essere sintetizzato, almeno in parte, il progetto europeo Itaka (Initiative towards sustainable kerosene for aviation), che ha l’obiettivo di rimuovere le barriere che ostacolano l’utilizzo di biocarburanti sostenibili per l’aviazione.
L’obiettivo di Itaka è produrre un combustibile per aviazione che sia sostenibile e rinnovabile, e testarne il suo utilizzo all’interno del sistema logistico e di distribuzione esistente e nell’ambito delle normali operazioni di volo in Europa. Come materie prime per la conversione in biokerosene sarà utilizzato olio di Camelina europea e olio alimentare usato, così da ottenere un risparmio di emissioni di gas serra al minimo pari al 60% se confrontato con il combustibile aeronautico di origine fossile “Jet A1”.
L’unico partner italiano che partecipa al progetto Itaka è il Consorzio di ricerca Re-Cord, nato nel 2010 per iniziativa del Crear (Centro interdipartimentale di ricerca per le energie alternative e rinnovabili) dell’Università di Firenze e che vede tra i partner fondatori l’Azienda Agricola Villa Montepaldi Srl dell’Università di Firenze, la Pianvallico SpA, e la società di ingegneria Spike Renewables Srl. greenreport ha chiesto a David Chiaromonti, presidente di Rec-Cord, da quali basi parte la ricerca «Itaka è un’iniziativa supportata dalla Commissione europea all’interno del Settimo Programma Quadro che mira a contribuire all’obiettivo di raggiungere, entro il 2020, la produzione di 2 milioni di tonnellate di biocombustibili per aviazione, secondo quanto previsto dalla Biofuel Flight Path Initiative’ della Commissione stessa. Rendere più sostenibili i trasporti aeronautici attraverso l’utilizzo di carburanti a minore impatto di quelli attuali è un obiettivo della comunità europea e in tal senso i biocombustibili possono giocare un ruolo importante. Il sistema dei carburanti per l’aeronautica è più “rigido” rispetto a quello terrestre dove ci sono alternative agli idrocarburi classici prodotti da fonti fossili (vedi elettrico).
In aereonautica invece si utilizza Kerosene che è un combustibile paraffinico e a quello si deve arrivare rendendo il processo più sostenibile. Qui entra in gioco Itaka». Leggi tutta la notizia
Fonte: GREENREPORT.IT