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Shipping 2026: Cina e USA dominano, ma crescono India e Medio Oriente

Lo studio SRM presentato alla Genoa Shipping Week evidenzia i nuovi equilibri del commercio marittimo globale: tra sfide geopolitiche e nuove rotte emergenti.

Cina e Stati Uniti restano protagonisti nel commercio marittimo globale. Nonostante le tensioni internazionali, mantengono il ruolo di principali attori: la Cina esporta, gli USA importano.
Lo afferma uno studio di SRM (collegato a Intesa Sanpaolo), presentato alla Genoa Shipping Week da Alessandro Panaro, responsabile Maritime & Energy.

Le rotte cambiano: via dal Canale di Suez, verso il Capo

Molte compagnie evitano il Canale di Suez, preferendo la rotta del Capo di Buona Speranza. Questa scelta nasce dai rischi geopolitici e dalla situazione instabile in Medio Oriente.
Gli Stati Uniti, inoltre, applicano dazi sulle navi cinesi o costruite in Cina. Nonostante ciò, Cina e USA restano partner cruciali per l’Europa.

Shipping 2026: i numeri del traffico container

Lo studio fornisce dati chiari sulle attuali rotte commerciali:

  • Dal Far East arrivano in Europa 15,8 milioni di teus

  • L’Europa invia al Far East 5,8 milioni di teus

  • Verso il Nord America partono 4,7 milioni di teus

  • Dal Nord America ne tornano 2 milioni

Questi numeri confermano l’importanza dei traffici tra Europa, Cina e USA, anche nel 2026.

India, Medio Oriente e Nord Africa in crescita

Secondo Panaro, si nota un forte interesse verso nuovi mercati. Aumentano gli scambi con India, Medio Oriente, Libia, Algeria e Tunisia. Questi paesi, pur avendo infrastrutture portuali limitate e problemi politici, offrono nuove opportunità.
L’Italia, in particolare, sta rivedendo le proprie rotte. Cresce la preferenza per i mercati emergenti rispetto a quelli tradizionali, come Cina e USA. Le politiche tariffarie influenzano fortemente questa scelta.

Verso un nuovo equilibrio del commercio marittimo

Lo shipping 2026 si muove tra sfide geopolitiche, nuove tratte e mercati emergenti.
Cina e Stati Uniti restano centrali. Ma la diversificazione verso India, Medio Oriente e Nord Africa sarà decisiva per l’equilibrio dei traffici futuri.
Le aziende dovranno adattarsi, scegliendo rotte più efficienti e meno esposte a rischi e dazi.

Fonte: Ansa

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