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Riforma dell’Albo dell’autotrasporto, CNA-Fita non vuole aumenti ma una competenza regionale affidata alle Unioncamere e un check antimafia degli iscritti

Circa la notizia stampa su un eventuale aumento delle quote d’iscrizione all’Albo autotrasportatori, CNA-Fita conferma che se n’è parlato in una commissione ristretta alcuni giorni fa e che sul merito si è espressa in modo contrario perché una simile scelta risulterebbe incoerente e inopportuna rispetto al contesto economico generale in cui le nostre imprese, come tutte le altre, si trovano ad operare.


“In molti hanno parlato di bollini blu, white list e black list mentre in Europa si faceva strada il modello del registro elettronico – ha affermato Cinzia Franchini, presidente nazionale CNA-Fita – Oggi pi che mai è necessario riformare l’Albo concentrando tutte le risorse economiche affinché questo si trasformi in un concreto strumento di verifica e certificazione delle imprese iscritte”.

La CNA-Fita propone di riformare l’Albo seguendo due principali filoni: quello della riorganizzazione del sistema di governo e quella del potenziamento delle sue banche dati.

Nello specifico CNA-Fita propone che le competenze territoriali passino dalle province al sistema camerale concentrando il tutto su base regionale e non pi provinciale. Le risorse dovrebbero inoltre essere maggiormente utilizzate per potenziare la banca dati pubblica trasformandola in un vero e proprio “check elettronico”. In particolare, sul tema delle infiltrazioni per mafia, CNA-Fita propone che il Ministero dei Trasporti, coordinandosi con quello dell’Interno, predisponga le determinazioni necessarie affinché l’Albo dell’autotrasporto possa per ogni azienda iscritta verificare periodicamente se vi siano informative antimafia interdittive e che, qualora vi fossero, si procedesse, così come accade per gli appalti pubblici, a darne tempestiva e trasparente informazione inserendo una specifica nota nell’elenco presente sul sito e magari sospendendo l’impresa temporaneamente.
“In questo modo il problema delle infiltrazioni troverebbe un primo ma concreto argine in un pubblico elenco degli iscritti a rischio, uno strumento – ha affermato Cinzia Franchini – utile ad allontanare le mele marce dal trasporto in conto terzi”.




Fonte: CNA-Fita

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