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L’autotrasporto italiano riduce l’incidentalità

Il Comitato Centrale dell’Albo degli Autotrasportatori nell’ambito della IV Campagna sulla sicurezza stradale TrasporTiAmo rende noti i dati sull’incidentalità dei veicoli commerciali che però, a causa della mancanza di dati statistici ufficiali, non tengono conto della distinzione tra veicoli in conto proprio e veicoli conto terzi (che esercita l’attività in modo propfessionale, essendo iscritta ad un Albo). Questo impedisce una corretta valutazione del fenomeno e, di conseguenza, l’elaborazione di misure efficaci a contenerne gli effetti pi pericolosi.

L’autotrasporto italiano tra il 1991 e il 2010 ha ridotto del 46,6 il numero di vittime negli incidenti in cui è stato coinvolto scendendo – nei 20 anni considerati – da 502 a 268 deceduti. Anche gli incidenti ed i feriti sono diminuiti negli ultimi 10 anni, i primi del 17,9% (da 15.721 del 2000 ai 12.897 del 2010) i secondi dell’1,7 (dai 10.936 a 10.749).

In particolare nel 2010 sono stati coinvolti in incidenti stradali 27.346 veicoli autocarri e motocarri, pari al 6,9% del totale. Ma la statistica non distingue tra veicoli adibiti al trasporto in contro proprio e al trasporto in conto terzi, due settori i cui comportamenti sono enormemente differenti per dimensioni, carichi, localizzazioni e percorrenze.

Il trasporto in conto proprio impiega, nella maggior parte dei casi, un furgone – o un veicolo leggero – utilizzato da artigiani manutentori, su tratte di medio-breve percorrenza, prevalentemente urbane. Il trasporto in conto terzi opera invece con veicoli pesanti, su lunghe percorrenze, avvalendosi di autisti professionali ed è sottoposto a vincoli di legge e rigorosi controlli per l’accesso al mercato e alla professione, per i tempi di lavoro e di riposo, per le dimensioni e il peso d ei carichi, per la regolarità e la manutenzione del veicolo.


Per meglio comprendere questo fenomeno è importante dividere in veicoli con peso al di sotto delle 3,5 tonnellate a pieno carico (leggeri), e i veicoli al di sopra di tale peso: nel 2010 il parco circolante dei veicoli commerciali era composto da quasi quattro milioni di unità (3.983.502), suddivisi, secondo i dati Aci-Istat, in 1 milione circa di veicoli leggeri e i restanti 400 mila di veicoli pesanti.
Ma la gran parte dei veicoli che operano in conto terzi (il trasporto merci professionale) è concentrato nella quota al di sopra delle 3,5 tonnellate: dei 461.292 veicoli di aziende iscritte all’Albo degli autotrasportatori solo 104.261 sono i veicoli leggeri. è evidente che, anche se una parte dei veicoli pi «leggeri» (ad esempio i distributori urbani) è impiegata in attività per conto terzi, la grande maggioranza dei veicoli al di sotto delle 3,5 tonnellate di peso totale a terra è in circolazione per trasporti in conto proprio, anche se le rilevazioni statistiche non sono in grado di rilevare la differenza.

La mancata distinzione fra conto proprio e conto terzi produce anche un altro effetto – conseguente, ma non quantificabile – sulla ripartizione del numero di incidenti stradali in cui sono coinvolti veicoli commerciali in città. Le rilevazioni si limitano a conteggiare (dati Aci-Istat 2010) 211.404 sinistri in totale, di cui 160.049 (il 75,7%) su strade urbane.
Analogamente, per quanto riguarda morti e feriti, la percentuale dei primi sulle strade urbane è del 43% (1.759 su 4090) e quella dei secondi è del 72,1% (218.383 su 302.735). Leggi tutta la notizia

Fonte: TRASPORTALE

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