21 Giu 2021
Una naturale vocazione da retroporto, nelle aree a ridosso della Liguria, e una posizione centrale all’incrocio dei due principali corridoi logistici che attraverseranno l’Italia, il Terzo Valico – da Genova a Rotterdam – e il Corridoio Mediterrano – dalla Francia fino ai paesi dell’Est. Il sistema degli interporti piemontese gioca un ruolo fondamentale per la competitività del sistema economico locale e, in prospettiva, può conquistare una maggiore rilevanza sui mercati internazionali, intercettando i flussi di traffico da e per l’Europa continentale. Questa dunque la sfida da affrontare con un sistema integrato di trasporti e nodi che però è tutto da potenziare. Con tre poli 3 poli logistici. nel Torinese – SITO di Orbassano –, a Novara (CIM ) e a Rivalta-Scrivia (Rivalta Terminal Europa- RTE), in provincia di Alessandria, il Piemonte, come evidenzia uno studio curato da Cassa Depositi e Prestiti, è secondo dopo il Veneto a fronte di 24 interporti presenti in Italia. Conta 58mila addetti diretti, 138mila se si considerano gli operatori logistici che lavorano in settori contigui.
Le potenzialità
«Il Piemonte, per come è posizionato, è davvero nelle condizioni di portarsi a casa una quota ancora più importante della logistica marittima nel Nord Italia» afferma Iames Pingani referente per la Logistica in Confindustria Piemonte e amministratore delegato di RTE. Le infrastrutture ci sono, i corridoi aggiungono valore e potenzialità di sviluppo, manca però un coordinamento vero con l’area costiera e con il sistema porti, con l’obiettivo di potenziare e sfruttare al massimo le potenzialità delle aree retroportuali. «Se guardiamo all’area retroportuale di Rotterdam, ebbene si estende su una superficie simile a quella tra Liguria a Novara, questa la logica con cui lavorare». Si deve lavorare un nuovo modello di business in grado di rendere più veloci ed efficienti i movimenti in banchina e sui termila così da crescere aumentando i flussi e non guadagnare sui tempi di permanenza. Porta d’accesso a uno dei mercati più importanti d’Europa, quello della Pianura padana, aggiunge, «il sistema logistico del NordOvest sconta una quota di container compresa tra 500mila e un milione che sbarcano in Nord Europa mentre il prodotto viene consumato nelle nostre aree» analizza Pingani. È il tema, pesante, della concorrenza dei porti del Nord Europa, «con i nostri scali che negli ultimi decenni non sono stati all’altezza di queste dinamiche». Se noi riusciremo come sistema «a far viaggare le merci con date e costi certi, allora questi container non avranno più alcun interesse a passare per il Nord Europa», spiega, rafforzando il sistema portuale italiano, limitando il danno erariale e massimizzando le ricadute dei servizi collegati. In quest’ottica il coordinamento tra regioni e sistema paese è un tema chiave. «Le merci arrivano nei porti liguri che dal canto loro - dice Pingani - tendono a tenere le merci in banchina per vendere servizi e guadagnare sulle soste. Serve invece cambiare completamente modello di business, movimentare velocemente le merci verso i retroporti sfruttando i corridoi doganali come quello presente a Rivalta per massimizzare la capacità dei porti».
I siti
L’interporto di Torino, con una superficie di tre milioni di mq, è il quarto per estensione in Italia, con 3 milioni di tonnellate di merci movimentate all’anno e 200 aziende insediate. Il futuro di Orbassano è legato a doppia mandata al progetto della tratta italiana della Torino-Lione. La macchina della progettazione non si è ancora rimessa in moto, si aspetta l’arrivo di un commissario annunciato dal ministro Giovannini. Solo inserendo Orbassano come snodo chiave sulla Torino-Lione si rilanciare lo snodo come hub di riferimento per l’alta capacità del Corridoio Mediterraneo.
Il CIM di Novara, all’incrocio tra il Corridoio Mediterraneo e il Reno-Alpi, è tra gli interporti con le infrastrutture più estese, con 12 binari di lavorazione, ed è secondo in Italia per traffico intermodale verso il Nord Europa, grazie ai circa 250 treni che settimanalmente transitano soprattutto verso Belgio e Paesi Bassi. L’interporto di Rivalta Scrivia, infine, si caratterizza per le attività di logistica a valore aggiunto che prevedono anche attività di lavorazione finale sulle merci e offre servizi doganali e terminalistici. Leggi tutta la notizia
Fonte: IL SOLE 24 ORE