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Alta velocità: la sfida è che porti anche le merci

Una sfida molto difficile ‘ma c’è unità di intenti?
Primo incontro tra la Regione e gli Industriali per un “project financing” sulla Verona-Padova Con una prima idea: niente super-linea elettrica I carabinieri di Verona, dopo un inseguimento nella zona sud del capoluogo scaligero, hanno arrestato un tunisino trovato su una Volkswagen Polo rubata poche ore prima a Mantova.
Si sono incontrati. ? il primo approccio, e ne dovranno di sicuro seguire molti altri prima di poter parlare di prospettive davvero concrete. Ma la posa della prima pietra è sempre importante, e mercoledì la Regione e gli industriali veneti (Confindustria e i costruttori dell’Ance) si sono incontrati per costruire nei fatti quella sfida lanciata concretamente a giugno in un maxi-convegno voluto dagli industriali stessi: la progettazione-costruzione della tratta veneta Verona-Padova dell’Alta velocità-capacità ferroviaria con un intervento di project financing. Vale a dire con l’investimento di capitali privati che contano poi di rifarsi con gli incassi dagli utenti della futura opera.
LA SITUAZIONE: STALLO. Indendiamoci: al momento la situazione dice che la nuova linea la deve costruire Rfi (le Ferrovie) come da contratto con lo Stato, e con risorse messe a disposizione dallo Stato stesso. Ma, appunto, ancora oggi non è chiaro nemmeno se ci sono i soldi per costruire la tratta Treviglio-Brescia, per cui la prospettiva di avere poi la Brescia-Verona e la Verona-Padova a tempi biblici. Invece la nuova ferrovia serve tanto, anche per realizzare ad esempio quel concetto di “autostrada viaggiante” (cioè tir con le merci che salgono direttamente su vagoni appositi e poi viaggiano in treno: Lombardia e Friuli sono in trattativa su questo) che può dare molte risposte all’export del Veneto.
SERVONO CIFRE CERTE. E allora, appunto, gli Industriali provano a dare una svolta. E la Regione è con loro. ‘? stato il primo incontro – spiega il super-dirigente Silvano Vernizzi, delegato dall’assessore Renato Chisso – e ci siamo detti prima di tutto che occorre definire con certezza le cifre con cui dobbiamo confrontarciò. Il primo grande punto, quindi, è definire con certezza i costi. La tratta è valutata ufficialmente oggi 3,3 miliardi, più quello che costerà il passaggio a Vicenza. Qindi da una parte si avranno presto a disposizione le cifre definitive dello studio di fattibilità che la Camera di commercio di Vicenza (con le categorie) sta facendo elaborare per il tratto berico, con stazione in Fiera, e dall’altra si verificherà a fondo il costo dell’intera Verona-Padova.
LA STRATEGIA PER LA LINEA ELETTRICA. Perché ad esempio ci si rende conto sempre più che forse non ha senso spendere una maxi-cifra per rifare tutta la linea elettrica a 25 mila volt: sono necessari per far correre i treni a 300 chilometri l’ora ‘ma nella pianura veneta con le fermate già indicate ufficialmente di Verona e Padova, lasciando a parte per un momento la questione Vicenza, la velocità a 300 km non si raggiunge praticamente mai comunque?, osserva Rodolfo Mariotto, vicepresidente di Confindustria Vicenza, che segue la questione da sempre. Viceversa, se si punta sulla “normale” linea elettrica a 3 mila volt il treno viaggerà “solo” a 250 chilometri l’ora – ‘in pianura veneta, ripeto, la differenza con i 300 è solo di qualche minuto? – ma offrirà tre vantaggi enormi: minore spesa, raggi di curvatura dei binari più “flessibili” e soprattutto possibilità di far viaggiare su quegli stessi binari anche le locomotrici dei treni merci.
I RICAVI REGGONO? Proprio la possibilità di mettere in gioco il trasporto merci è essenziale per l’altro grande punto da chiarire: i ricavi ottenibili dalla nuova linea. Si lavorerà anche a questo: il cammino inizia ora. ‘La prima impressione positiva – spiega Luigi Schiavo, presidente di Ance Veneto – è che è emersa chiara un’unità di intenti, un sentire comune tra Regione e Confindustria-Ance. Con parole d’ordine condivise come “cifre da definire con certezza”, “necessità di avere una linea che garantisca il trasporto merci”, “sostenibilità ambientale”?. E con un occhio al nuovo Decreto sviluppo che il 20 ottobre dovrebbe portare novità per le “società di corridoio” e per gli sgravi fiscali alle infrastrutture costruite in “project”.
Fonte: IL GIORNALE DI VICENZA.it

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