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03/07/2023

Distribuzione urbana delle merci: un processo da governare tutti insieme

Come sarà la mobilità del futuro nelle città italiane? Come dovranno essere ripensati i centri urbani, da un punto di vista infrastrutturale, per ottimizzare la distribuzione urbana delle merci e quali modelli permetteranno di rendere più efficiente e sostenibile la logistica di ultimo miglio?

 

Il presidente FLC, Massimo Marciani, ne ha parlato a “Orario continuato”, programma in onda su Telelombardia, insieme ad Andrea Cappa, Segretario generale ALSEA – Associazione Lombarda Spedizionieri ed Autotrasportatori.

 

“La logistica urbana – ha spiegato Marciani – si fonda sulla domanda e si adegua ad essa, per cui se abbiamo una domanda che abbiamo più volte definito capricciosa, di conseguenza anche la logistica diventa irrazionale. Serve quindi lavorare su due piani diversi: da un lato informare i consumatori su quello che comporta una loro richiesta logistica, così da gestire meglio i flussi. Dall’altro, cercare di organizzare lo spazio urbano in modo da far coesistere i flussi di persone e i flussi di merci con le ristrettezze che abbiamo nelle nostre città. Un argomento che in questo momento purtroppo è di grande attenzione è quello degli utenti deboli della strada come pedoni e ciclisti. Chiaramente sono dei soggetti che utilizzano lo spazio urbano in un modo nuovo rispetto a come eravamo abituati pre-Covid, dobbiamo quindi cercare di organizzare la distribuzione urbana, i servizi, i flussi e l’accesso dei veicoli pesanti nelle aree urbane in modo tale da garantire il servizio ma al contempo garantire anche la sana mobilità delle persone. Serve, in definitiva, maggiore responsabilizzazione cominciando dai più piccoli, spiegando loro come funziona la logistica. Solo creando una coscienza sociale è possibile creare una conoscenza e una condivisione del problema. Al contempo, le associazioni di categoria devono rendere gli amministratori locali consapevoli che le norme che vengono applicate per esempio per la ZTL, per le zone B e le zone C, vanno direttamente a influenzare il livello di servizio che viene dato alle imprese e ai cittadini; quindi, non possono essere prese in maniera irrazionale o ancora peggio in maniera estremamente differenziata fra due territori vicini”.

 

“Nel post Covid – ha proseguito Marciani – la distribuzione delle merci non si riferisce più a decine di migliaia di centri commerciali e negozi, ma a milioni di citofoni, quindi la capacità di organizzazione e di ottimizzazione degli operatori è più complessa. Spesso sono inoltre richieste consegne immediate anche quando non ce ne è reale bisogno, andando così ad attivare un servizio perché non si comprende in pieno l’impatto che ha e perché, purtroppo, i merchant digitali per fare competizione ai negozi fisici tendono a passare il concetto che la logistica sia gratis, che la consegna sia a costo zero. Questo, sia ben chiaro, non è così. Come le persone pagano per spostarsi anche le merci pagano per spostarsi. Da questo punto di vista, dobbiamo fare in modo di consolidare le spedizioni e le consegne, quindi ben vengano i Locker di prossimità, ben vengano le cargo bike per l’ultimissimo miglio e ben vengano i micro-hub”.

 

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