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Negli ultimi anni, eventi geopolitici e crisi globali hanno profondamente trasformato il panorama della logistica internazionale. Per le aziende italiane, queste trasformazioni rappresentano una sfida, ma anche un'opportunità per innovare, diversificare e rafforzare la propria posizione sul mercato globale.
Come cambia la logistica delle merci alla luce dei cambiamenti geopolitici degli ultimi anni?
Il commercio internazionale sta attraversando un periodo di rapida evoluzione, segnato da nuove barriere economiche, riforme doganali e trasformazioni logistiche. Con le crescenti tensioni geopolitiche, unite al ritorno di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti, le politiche protezionistiche - come l’imposizione di dazi, sanzioni e misure antidumping - stanno alterando le dinamiche del libero scambio delle merci.
Solo nel 2024, sono state introdotte quasi 3000 misure restrittive in tutto il mondo, un dato che evidenzia l'intensificazione del protezionismo e le sfide crescenti per il commercio internazionale.
Oggi tutta l’attenzione pubblica è puntata sulle politiche commerciali di Trump che, con il suo approccio di "America First", stanno portando a un aumento delle tariffe doganali, soprattutto nei confronti di economie come la Cina, ma anche di altri alleati. Queste politiche hanno un inevitabile impatto diretto sulle catene di approvvigionamento globali, spingendo le aziende a rivedere le proprie strategie commerciali per ridurre i rischi derivanti da misure restrittive. Parallelamente la guerra in Ucraina e altre crisi geopolitiche, come le tensioni in Medio Oriente, continuano a influenzare la logistica globale, causando disagi nelle forniture e fluttuazioni nei costi di trasporto.
In sintesi, il panorama del commercio internazionale e della logistica è sempre più complesso, con le politiche dei dazi e altre misure protezionistiche che spingono le imprese a ripensare la loro rete globale di approvvigionamento e distribuzione. L'incertezza geopolitica richiede una maggiore flessibilità nelle operazioni logistiche per affrontare tutte queste nuove sfide economiche.
Quali ripercussioni ci sono state, ci sono o ci saranno sulle aziende italiane?
Le aziende italiane si trovano ad affrontare un periodo complesso nel contesto del commercio internazionale, caratterizzato da diverse sfide interconnesse. Innanzitutto, i problemi relativi ai transiti attraverso i valichi alpini, con particolare riferimento alle limitazioni imposte dall'Austria sul Brennero, rappresentano un ostacolo significativo per l'export italiano e il Made in Italy. A ciò si aggiunge la debolezza dell'economia tedesca, che costituisce il primo partner commerciale del nostro Paese. Sul fronte extra-UE, l'impossibilità di transitare attraverso Suez e il Mar Rosso sta causando un allungamento dei tempi di transito e un aumento dei costi di trasporto per le merci italiane dirette verso est. Per quanto riguarda i rapporti con gli Stati Uniti, nostro principale mercato al di fuori dell'Europa, l'introduzione di dazi americani su acciaio e alluminio, con la minaccia di ulteriori misure su altri settori come il vino, crea incertezza e potenziali danni, soprattutto per regioni come Lombardia, Toscana ed Emilia e per settori come alimentare, moda, autoveicoli e farmaceutico. Ai dazi si aggiunge la possibile introduzione di misure punitive verso gli armatori con navi prodotte in Cina, che potrebbe ulteriormente gravare sui costi delle merci in arrivo negli USA.
Alla luce di questo scenario occorre ragionare su nuovi flussi e nuove alleanze, guardando con interesse al mercato del Nord Africa e valutando misure come l'accordo CETA con il Canada, che sta già portando benefici, e il potenziale accordo con il MERCOSUR. Tuttavia, non è facile sostituire un mercato ricco come quello statunitense rapidamente. Infine, un elemento di preoccupazione interna è rappresentato dal potenziale "declassamento" degli uffici doganali, che potrebbe creare difficoltà operative nei principali snodi logistici italiani come i porti, già alle prese con carenze di personale. Tutto ciò evidenzia un momento di difficoltà per l'export italiano.
Cosa si può fare per prevedere e affrontare questi cambiamenti?
Per anticipare e prepararsi ai cambiamenti nel panorama del commercio internazionale è necessaria un’osservazione attenta di più fronti, e in particolare: l’analisi dei dati commerciali, il monitoraggio geopolitico e un’attenzione alle dinamiche demografiche e infrastrutturali.
Il monitoraggio costante dei dati relativi ai traffici commerciali e alle principali correnti di scambio a livello globale è essenziale per identificare la formazione di nuovi blocchi commerciali, come quello occidentale e quello legato a Cina e Russia, e i conseguenti riorientamenti dei flussi. L'analisi degli sviluppi geopolitici, come il conflitto russo-ucraino e le tensioni commerciali tra USA e Europa, è altrettanto cruciale. È importante considerare le prospettive di crescita di mercati emergenti come l'Africa, caratterizzata da una forte crescita demografica che potrebbe tradursi in un maggiore peso nel commercio mondiale. L'attenzione verso nuovi corridoi logistici e la valutazione delle difficoltà incontrate da iniziative come la Via della Seta possono fornire indicazioni preziose sulle future configurazioni del commercio globale.
Come cambia il ruolo degli spedizionieri internazionali?
In un contesto caratterizzato da crescenti complessità normative e da una circolazione delle merci meno libera, il ruolo degli spedizionieri internazionali sta subendo una trasformazione significativa. Essi sono chiamati a sviluppare un forte senso di visione a lungo termine per prevedere l’evoluzione del mercato e di adattamento ai cambiamenti che man mano si presentano nel contesto geopolitico globale, in modo da fornire soluzioni ai clienti di fronte alle nuove sfide. Anche la loro funzione si sta evolvendo per fornire un servizio di assistenza e consulenza che punti anche a far evitare alle aziende costosi errori derivanti dalla mancata conoscenza delle normative, con potenziali conseguenze sia economiche che penali. La capacità di adattarsi rapidamente ai cambiamenti, come dimostrato dalla riorganizzazione delle rotte dopo la chiusura di Suez, e di trovare nuove soluzioni logistiche diventa fondamentale. In sostanza, lo spedizioniere internazionale non è più solo un organizzatore del trasporto, ma un partner strategico per le aziende, in grado di offrire competenze specialistiche e supporto per gestire le complessità del commercio globale attuale.