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10 Gen 2025
In vista della prossima cruciale riunione dell'Intersessional Working Group on Reduction of Greenhouse Gas (GHG) Emissions from Ships (ISWG-GHG) dell'International Maritime Organization (IMO), che si terrà dal 17 al 21 febbraio prossimi, 47 governi, la Commissione Europea e l'associazione armatoriale internazionale International Chamber of Shipping (ICS) hanno definito una proposta congiunta per introdurre emendamenti alla Convenzione MARPOL per la prevenzione dell'inquinamento causato dalle navi che prevede l'istituzione da parte dell'IMO del fondo IMO GHG Strategy Implementation Fund che avrebbe il compito, tra gli altri, di amministrare il meccanismo di tariffazione delle emissioni di gas serra prodotte dal settore marittimo basato sul contribuito annuale delle navi per tonnellata di gas serra emessa.
L'ICS ha spiegato che se i relativi regolamenti venissero approvati il prossimo aprile dagli Stati membri dell'IMO, il meccanismo di fissazione del prezzo delle emissioni di gas serra dello shipping potrebbe entrare in vigore all'inizio del 2027. Da quella data le compagnie di navigazione che operano viaggi internazionali dovrebbero obbligatoriamente versare una tassa per tonnellata di CO2 equivalente emessa al nuovo fondo IMO, imposta che - secondo i promotori della proposta - avrà lo scopo di ridurre il divario di costo tra i carburanti navali verdi a zero o quasi zero emissioni di gas serra e i combustibili navali convenzionali. In particolare, le somme così raccolte dovrebbero essere utilizzate per premiare la produzione e l'uso di carburanti marittimi verdi e per sostenere gli sforzi di riduzione dei gas serra prodotti dal settore marittimo da parte dei Paesi in via di sviluppo. La riscossione di questa tassa annuale avverrebbe a partire dal 2028.
L'entità della tassa, tuttavia, non è stata ancora concordata, ma si prevede sarà compresa tra 60 e 300 dollari per tonnellata di fuel oil marino consumato, range che dipende dalla quota di compensazione che verrà concordata per l'uso di carburanti verdi e dall'ammontare del ricavato che dovrà essere destinato annualmente a supporto delle nazioni in via di sviluppo.
«Il testo congiunto proposto da questa ampia coalizione - ha sottolineato il segretario generale dell'ICS, Guy Platten - è una soluzione pragmatica e il modo più efficace per incentivare una rapida transizione energetica nello shipping al fine di raggiungere l'obiettivo concordato dall'IMO di emissioni nette pari a zero entro o attorno al 2050. Siamo molto lieti che un gruppo così ampio e diversificato di nazioni ora sostenga fermamente un approccio comune alla tassazione del carbonio marittimo. Questo testo congiunto proposto è stato duramente combattuto e - ha evidenziato Platten - si basa ampiamente su idee che l'ICS ha sostenuto negli ultimi dieci anni».
Attualmente la proposta è sostenuta dai governi di Austria, Bahamas, Belgio, Bulgaria, Croazia, Cipro, Danimarca, Estonia, Figi, Finlandia, Francia, Georgia, Germania, Grecia, Irlanda, Isole Marshall, Isole Salomone, Italia, Giamaica, Giappone, Kenya, Lettonia, Liberia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Montenegro, Nigeria, Paesi Bassi, Palau, Panama, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Repubblica di Corea, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Seychelles, Tonga, Tuvalu, Ucraina, Ungheria e Vanuatu nonché dalla Commissione Europea e dall'International Chamber of Shipping.
Fonte: INFORMARE