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13 Dic 2024
BARI - I finanzieri del Comando Provinciale di Bari hanno dato esecuzione, nella provincia di Bari, a un’ordinanza applicativa di misure cautelari detentive personali degli arresti domiciliari nei confronti di 4 persone e misure interdittive del divieto temporaneo di esercitare determinate professioni, imprese o uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese nei confronti di 2 persone, nonché alla notifica degli avvisi di conclusione delle indagini preliminari nei confronti degli indagati. L’operazione è l’epilogo di un’articolata attività di indagine che ha consentito di individuare un’associazione a delinquere, dedita all’emissione di fatture per operazioni inesistenti, nonché all’attività di riciclaggio dei proventi illeciti generati da tali condotte.
In particolare, le Fiamme Gialle baresi, nel corso di accertamenti finalizzati alla prevenzione dell’utilizzo del sistema finanziario a scopo di riciclaggio, hanno raccolto utili elementi indiziari a fronte dei quali questa Procura ha delegato alla polizia giudiziaria mirate attività tecniche nei confronti di un sodalizio criminale, operante tra Bitonto e Bari. I Finanzieri hanno accertato che il sodalizio criminale, attraverso imprese prive di struttura logistico-amministrativa, consistenza patrimoniale e finanziaria, vere e proprie 'scatole vuote', delle 'cartiere', emettevano fatture per operazioni inesistenti nei confronti di società con effettiva consistenza aziendale 'good company', prelevando e restituendo in contante le somme bonificate alle società clienti, trattenendo, per il 'servizio reso', una percentuale pari al 22% dell’iva.
In alcuni casi è emerso che i componenti del sodalizio criminale si presentavano presso le sedi dei clienti principali con denaro al seguito, ancor prima dell'emissione delle relative fatture e, chiaramente, ancor prima del bonifico che avrebbero dovuto effettuare i destinatari delle false fatture, utilizzando di fatto il contante come vera e propria merce da “piazzare” ai propri clienti. In pratica, gli indagati avevano creato un vero e proprio mercato tramite il quale, dopo aver venduto il denaro e con esso la falsa fattura, rientravano in possesso di detta liquidità attraverso i bonifici eseguiti dai clienti, comprensivi del 22% di IVA sulla somma consegnata che costituiva il prezzo del servizio reso. Singolare, come emerso dalle indagini, la denominazione 'paccodisale' utilizzata dagli ideatori della frode per denominare gli indirizzi di posta elettronica impiegati per l’apertura dei rapporti bancari (nazionali ed esteri) su cui confluivano i bonifici disposti per le false fatture e utilizzati dagli stessi per la ricezione della corrispondenza degli istituti finanziari.
Le indagini, condotte dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bari, hanno consentito di rilevare che i suddetti indagati, nei confronti di alcuni dei quali nel corso delle investigazioni sono state già operate attività di perquisizione e sequestro, si sarebbero appropriati illecitamente (tra la fine del 2022 e il 2023) di beni (tra i quali biciclette elettriche, pannelli solari, materiale elettrico, capi di abbigliamento) di cui avrebbero avuto la disponibilità in quanto oggetto di controllo presso l’area portuale di Bari.
Con riferimento alla posizione di uno dei predetti dipendenti dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli è stato, altresì, contestato da questo ufficio giudiziario il reato di induzione indebita a dare o promettere utilità in relazione alla ricezione di alcune utilità (tra le quali pranzi, cene e un viaggio a Dubai) da parte di un imprenditore sottoposto a controlli doganali.
Tale locuzione in gergo barese (“Pacc D’ Seul”) viene utilizzata, generalmente, per qualificare un soggetto di “poco valore” e, nel caso di specie, per definire le imprese “cartiere” appositamente create per emettere le fatture false, rappresentate, di fatto, da “scatole vuote”. Il modus operandi dell’associazione a delinquere è stato suffragato dagli approfondimenti investigativi consistiti in attività tecniche, acquisizioni documentali, accertamenti bancari, servizi di osservazione e pedinamento effettuati documentando, anche con materiale fotografico, i momenti in cui gli indagati procedevano allo svuotamento dei conti correnti aziendali e alla consegna del denaro ai clienti. Al riguardo, risultano indagati per associazione per delinquere anche un direttore di banca e un dipendente di un ufficio postale, in quanto avrebbero agevolato i prelevamenti di denaro e l’attività di riciclaggio in violazione delle specifiche disposizioni in materia antiriciclaggio.
I riscontri investigativi hanno permesso di ricostruire l’intera filiera illecita e accertare che il gruppo criminale ha emesso, dal 2018 al 2023, circa 1.250 fatture per operazioni inesistenti per l’importo complessivo di oltre 10 milioni di euro nei confronti di 165 operatori economici. Fra gli utilizzatori anche imprese insospettabili, di rilevanti dimensioni ed aggiudicatarie di appalti pubblici, operanti nei più disparati settori: edile, recupero per il riciclaggio di materiale plastico e di rifiuti solidi, demolizioni, commercio di autovetture, fabbricazione di olio d’oliva grezzo, farmacie, lotteria e scommesse, servizi connessi ai sistemi di vigilanza, intrattenimento, installazione di impianti elettrici, fabbricazione di utensileria, pulizia, commercio di energia elettrica. Leggi tutta la notizia
Fonte: LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO